Cerca
Logo
Cerca
Edicola digitale
+

Arsenali ridotti all'osso per la guerra in Ucraina: allarme per le riserve dei paesi Nato

  • a
  • a
  • a

La guerra in Ucraina si avvia ormai all’ottavo mese e i Paesi europei continuano a rifornire di armi Kiev. La conseguenza è che gli arsenali di molte nazioni cominciano a scarseggiare e potrebbero volerci anni prima che le aziende riescano a colmare i deficit. Lo scrive Bloomberg, secondo cui gli stock bellici si stanno assottigliando a un ritmo ben più veloce di quello in cui si riempiono. Secondo la testata i Paesi della Nato stanno esortando le aziende ad aumentare la produzione per un duplice motivo: sia per aiutarli a rifornire i propri arsenali considerato il clima di crescente tensione e il rischio addirittura di una guerra nucleare, sia per dare all’Ucraina quello che chiede.

 

 

Gli alleati di Kiev hanno già inviato miliardi di dollari in armi, munizioni ed equipaggiamento. Cominciano dunque a ridursi le scorte di munizioni, a cominciare dai proiettili da 155 mm per l’artiglieria (dei quali, solo gli Usa, hanno dato all’Ucraina ben più di un milione di unità). Adesso sta aumentando la richiesta di sistemi di difesa aerea e armi anticarro, anche perché la previsione è che l’Ucraina avrà probabilmente bisogno di sostegno militare anche per gli anni avvenire. La conseguenza però, avverte Bloomberg, è che proprio a causa di un’aumentata esigenza di sicurezza, i Paesi alleati dell’Ucraina potrebbero essere tentati di ritirare il sostegno a Kiev «creando potenzialmente il tipo di crepe che Putin sta cercando di sfruttare» (insieme ovviamente alla leva del gas).

 

Dai blog