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Guerra Ucraina, "i soldati russi si arrendono". C'è l'ipotesi golpe in Russia

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Giada Oricchio
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La forte ed efficace controffensiva ucraina sta terremotando il Cremlino? I miliziani starebbero pensando a un golpe. In un articolo del quotidiano “La Repubblica”, si legge che l’avanzata dei soldati di Kiev ha portato all’arretramento delle truppe russe, dei ceceni e del battaglione Wagner da Lyman, l’autoproclamata Repubblica popolare di Donetsk, unilateralmente annessa alla Russia da Vladimir Putin.

Una ritirata che ha aumentato la frustrazione e la rabbia degli invasori: “I toni sono infuocati. I nazionalisti parlano della prima perdita di una città “russa” a causa di una forza nemica dalla Seconda Guerra Mondiale. Chiedono le teste dei generali, invocano la legge marziale o persino l’arma nucleare. Sono attacchi che segnano una spaccatura sempre più profonda tra l’esercito regolare al comando del ministro della Difesa Serghej Shojgu e del capo di Stato maggiore Valerij Gerasimov e le milizie irregolari, come i combattenti ceceni di Ramzan Kadyrov e i mercenari di Wagner al soldo di Evgenij Prigozhin”.

Secondo l’inviata di “Repubblica”, siamo di fronte a crepe e fratture con i falchi di Mosca che tramano contro il Cremlino: “C’è chi prevede imminenti purghe dei vertici militari o paventa persino un golpe. A tuonare sono quelli che di fatto hanno a disposizione “eserciti privati”. Primo fra tutti il leader ceceno Ramzan Kadyrov. Il “mastino di Putin”, che con i suoi uomini ha raso al suolo Mariupol, accusa i vertici militari di essere sconnessi dalla realtà e di non informare propriamente il presidente. Denuncia che le truppe sono state lasciate senza mezzi adeguati. Definisce il generale Aleksandr Lapin un mediocre che però gode del sostegno dei vertici dello Stato maggiore”. Kadyrov ha chiesto a Putin di rispondere con “misure più incisive, inclusa la legge marziale nelle regioni di confine e l’uso di armi nucleari a bassa potenza”.

Falchi e (mezze) colombe rivaleggiano anche sui mass media e sui social. “Anastasia Kashevarova, ex consigliera del presidente della Duma, si rivolge direttamente a Putin: «Siamo impreparati. Perdiamo i territori liberati. Lei è il nostro comandante in capo. Prenda misure drastiche anche se colpiscono gli amici» - si legge nell’articolo -. Il blogger Jurij Kotenok ricorda che i generali sovietici furono giustiziati da Stalin dopo le sconfitte subite dall’esercito di Hitler. Sono voci che i seguitissimi “canali Z” su Telegram amplificano. Mentre i canali filo-Cremlino come Readovka accusano Kadyrov e compagni di essere peggio del nemico. Christo Grozev a capo del sito investigativo Bellingcat commenta: «È in atto uno scisma totale in seno alla lobby della guerra che non è destinato a concludersi in modo pacifico, senza voler fare giochi di parole». Leonid Bershidskij, l’ex direttore di Vedomosti esiliato a Berlino, oggi editorialista di Bloomberg, è ancora più dritto: sarebbe saggio prepararsi a un golpe di estrema destra”.

 

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