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Guerra, l'Ucraina riconquista Kherson e i russi si ritirano

Giada Oricchio
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“Myrolyubivka nella regione di Kherson è di nuovo nostra”. TpyxaNews, il canale che da febbraio documenta l’invasione in Ucraina, annuncia sul suo profilo Twitter che la controffensiva dei soldati di Kiev prosegue con successo. Sull’account si legge: “I soldati della 128a brigata d'assalto di montagna separata della Transcarpazia hanno mandato una foto della bandiera ucraina posizionata sul punto più alto di Myrolyubivka nella regione di Kherson. Il villaggio è stato liberato con i combattimenti dagli aerei d'attacco della Legione Transcarpatica”.

 

Al 222esimo giorno di guerra, le truppe di Mosca hanno dovuto abbandonare gli insediamenti a Shevchenkovka e Lyubimovka e i villaggi di Osokorovka e Zolotaja Balka, mentre l’esercito ucraino sarebbe arrivate sino all'insediamento di Dudchany, sulle rive del fiume Dnepr. La responsabile del centro stampa di coordinamento delle Forze di Difesa del Sud dell’Ucraina, Natalia Humeniuk, ha dichiarato: “Continuiamo a condurre battaglie e a prendere piede nelle aree già liberate e in quelle che stanno ancora mantenendo la difesa. Continuiamo a lavorare con i residenti locali lungo la linea di contatto, lungo la linea del fronte, nelle zone che sono sotto il fuoco nemico. Circa 45 insediamenti sono stati bombardati nella sola giornata di domenica, l’intensificazione del fuoco potrebbe danneggiare in modo significativo la popolazione locale”. L’esercito, insieme alle organizzazioni umanitarie, sta cercando di evacuare quanti più cittadini è possibile, compresi gli uomini di nazionalità ucraina tra i 18 e i 35 anni che i russi starebbero costringendo ad arruolarsi per rimpinguare le loro unità militari allo stremo. Nel frattempo, aumenta il pericolo dell’utilizzo di armi tattiche nucleari da parte della Russia. Il portavoce di Putin, Dmitri Peskov, ha liquidato come “emotiva” la richiesta del leader ceceno Kadyrov di usare atomica a bassa potenza, ma i corrispondenti internazionali riportano che è in atto uno scisma tra l’esercito regolare e i miliziani ceceni e del battaglione Wagner: i generali sovietici non vogliono alzare ancora l’asticella dello scontro, mentre i “macellai” chiedono un drastico atto di forza al Cremlino e starebbero pensando al golpe per destituire Putin. Un boomerang per lo “Zar” che li ha ingaggiati.  

 

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