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Estradizione terroristi dalla Francia, Macron appoggia l'Italia: "Valutiamo il ricorso"

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Parigi nega l'estradizione di 10 ex brigatisti italiani: la Corte d'Appello - la Chambre de l'Instruction - ha respinto a richiesta dell'Italia di estradare i 10 ex terroristi rossi, avanzata nell'aprile del 2021, nell'ambito dell'operazione "Ombre rosse". Tra loro anche Giorgio Pietrostefani, fondatore di Lotta Continua, condannato in Italia come mandante dell'omicidio Calabresi.

In conferenza stampa il presidente francese Emmanuel Macron al vertice Nato parla anche della mancata estradizione: "La Francia ha rigettato le richieste di estradizione di persone che non sono implicate in crimini di sangue ma queste sono implicate in crimini di sangue e devono essere giudicate su suolo italiano" ha dichiarato il premier.  "Non è mia norma giudicare le decisioni della giustizia ma posso dire che appoggio politicamente l'Italia nella sua domanda di estradizione" che è stata rigettata dalla Corte d'Appello di Parigi e contro la quale "valuteremo un ricorso in Cassazione che ci permetterà di impugnarlo". 

La procura generale di Milano ha fatto sapere che valuterà, nei prossimi giorni, "se nell'ordinamento francese c'è un mezzo di impugnazione" contro la decisione della Corte d'Appello parigina che si è richiamata, nel respingere la richiesta, agli articoli 6 e 8 della Convenzione europea dei diritti umani, relativi rispettivamente a un equo processo e al rispetto della vita privata e familiare.

Ha parlato di "sentenza a lungo attesa dalle vittime e dall'intero Paese, che riguarda una pagina drammatica e tuttora dolorosa della nostra storia", la ministra della Giustizia, Marta Cartabia che dice: "Aspetto di conoscere le motivazioni di una sentenza che nega indistintamente tutte le estradizioni". "Resta tutta l'importanza della decisione di un anno fa con cui il ministro Eric Dupond-Moretti ha rimosso un pluridecennale blocco politico", ha aggiunto in riferimento alla 'caduta' della dottrina Mitterand che per anni aveva reso la Francia terra sicura per i terroristi rossi.

In sette erano stati arrestati nel blitz del 21 aprile dello scorso anno, di altri 3 non si avevano notizie, ma si costituirono nei giorni successivi. In cinque sono ex membri delle Brigate Rosse: Giovanni Alimonti, che avrebbe dovuto scontare una pena di 11 anni, 6 mesi e 9 giorni; Enzo Calvitti, condannato a 18 anni, 7 mesi e 25 giorni; Roberta Cappelli, condannata all'ergastolo come gli altri due fermati, Marina Petrella e Sergio Tornaghi. Tra gli arrestati Giorgio Pietrostefani, fondatore di Lotta Continua, che deve scontare 14 anni, 2 mesi e 11 giorni come mandante dell'omicidio Calabresi, e Narciso Manenti, ex Nuclei Armati Contropotere Territoriale, condannato all'ergastolo. Nei giorni successivi si erano costituiti Giovanni Ventura, uno dei responsabili dell'Autonomia milanese, condannato in via definitiva per l'omicidio del vicebrigadiere Antonio Custra, e Luigi Bergamin, tra gli ideologi dei Pac.

 

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