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Guerra in Ucraina, Aldo Ferrari dell'Ispi spiega il fallimento di Vladimir Putin

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«Il presidente russo Vladimir Putin fino a tre mesi fa ci aveva abituato a un’azione sì brutale ma lucida, coerente e di successo», mentre «quella che chiama "operazione militare" in Ucraina è indubbiamente un’operazione fallimentare, a prescindere da come vada a finire. È stata progettata in una maniera superficiale e poco produttiva, ha già dovuto cambiare e ridurre obiettivi politici e militari. Chiaramente l’idea che questi fallimenti possano essere attribuibili a una condizione di salute precaria di Putin ha un senso, è plausibile, ma è tutto da dimostrare». Lo ha detto a LaPresse lo storico e politologo Aldo Ferrari, direttore del Programma Caucaso-Asia centrale dell’Istituto per gli studi di politica internazionale (Ispi), riguardo alle teorie su una possibile malattia di Putin.

 

 

 

 

«A mio giudizio è possibile un’altra interpretazione», spiega l’esperto, «come altri leader del passato, Putin dopo anni di successo potrebbe essere stato inebriato dalla propria abilità e aver commesso un grosso errore. Ci sono leader che, senza per forza essere malati, sopravvalutano se stessi e le forze del proprio Paese». Il potere attuale di Putin, sottolinea Ferrari, «è realmente quasi assoluto, non ci sono persone o gruppi che lo possano ostacolare ma è un potere fortemente legato al successo e al prestigio. Una guerra di questo tipo, che è un insuccesso, potrebbe portare alla tentazione in una cerchia ristretta di uomini potenti di un cambio di ’cavallò».

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