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Atlantide, Dario Fabbri sminuisce Erdogan: “Si impegna per i negoziati soltanto per paura”

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Recep Tayyip Erdogan ha detto che sta facendo il possibile per far incontrare ad Istanbul Vladimir Putin e Volodymyr Zelensky. Il gesto per dare una svolta al negoziato per porre fine alla guerra in Ucraina è al centro dell’attenzione della puntata del 27 aprile di Atlantide, programma tv di La7 condotto da Andrea Purgatori, che rivolge il quesito a Dario Fabbri, esporto di geopolitica e curatore di Scenari: “Gli ucraini hanno detto chiaramente che vogliono tutti i territori, anche quelli persi nel 2014. Che li possano ottenere è un altro discorso, sono stati chiari al riguardo, hanno anche detto che sono disponibili a trattare la neutralità. Erdogan è preoccupato che la Russia si mangi tutta la costa, per questo vuole l'incontro Putin-Zelensky, è attivo, quasi frenetico, la situazione nel Mar Nero perderebbe equilibrio. Il Mar Nero è gestito dalla Turchia attraverso gli stretti, ma le cose cambierebbero. Erdogan è ora freneticamente impegnato per questo motivo, non perché ha scoperto chissà quale afflato ecumenico d’amore per i popoli”.

 

 

“Riuscire ad ottenere qualche risultato gli farebbe molto comodo, soprattutto d’immagine” sottolinea Purgatori prima di lasciare nuovamente la parola a Fabbri: “Molto comodo, anche alla Turchia stessa. La Turchia affronta il problema come non lo facciamo noi. Al di là dell’aspetto morale loro valutano se è nel loro interesse che la Russia si mangi tutta l’Ucraina o soltanto la costa, e rispondono di no. Spesso questo discorso in Italia non si fa. A mio avviso non converrebbe all’Italia che la Russia prenda tutto. Da noi il dibattito è sul piano morale o su quello economico”.

 

 

Purgatori ci va già duro: “La profondità del nostro dibattito politico e geopolitico su quello che sta accadendo è pari quasi allo zero…”. “Ultimamente altri paesi discutono della convenienza o meno, a noi non conviene e già questo dovrebbe consigliarci di impegnarci contro questa evenienza” chiosa Fabbri.

 

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