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Botte da orbi a L'Aria che Tira. Rissa tra Giorgio Bianchi e Fabio Tinazzi: “Stupidità, non sei giornalista”

Luca De Lellis
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Questa mattina l’Ucraina si è svegliata sotto i colpi dell’ennesimo, raggelante, attacco russo. Il luogo del disastro è la stazione di Kramatorsk, dove circa 4000 civili si erano recati per fuggire da quel contesto orribile, nella speranza di raggiungere mete nelle quali non è la morte (e non sono neanche le mutilazioni) a dominare la scena. Intanto, in collegamento con la trasmissione di La7, “L’Aria Che Tira”, il fotoreporter freelance Giorgio Bianchi è stato intervistato dalla conduttrice Myrta Merlino.

 

 

Bianchi è noto da pochi giorni alla cronaca nazionale perché, ospite del più seguito talk show televisivo russo Soloviev Live, – condotto dall’amico intimo di Putin, Vladimir Soloviev – si è scagliato contro tutto il panorama dell’informazione italiana. Finendo poi per sbeffeggiare, insieme al propagandista russo, il ministro degli Esteri Luigi Di Maio, definito “bibitaro” e colui che ha “ricoperto l’Italia di vergogna dicendo che Putin è peggio di un animale”. La sua avversione nei confronti dell’Ucraina è palese. Segue questa guerra da inviato sin dal suo inizio nel 2014, sulla quale ha prodotto anche un documentario. E, interrogato dalla Merlino sulla sua visione del conflitto, il motivo del suo odio nei confronti del governo ucraino è emerso chiaramente: “Mi sarebbe piaciuto raccontarla in prima persona dall’altro lato del fronte, ma il governo ucraino mi ha disposto un divieto di ingresso. Tra l’altro sono iscritto in una loro lista per la quale sono considerato un collaboratore di criminali, e questo prima rispetto all’inizio dell’operazione speciale”.

 

 

Nella tragedia di questa mattina ha rischiato la vita l’inviato di La7 Fabio Tinazzi, uscito fortunatamente incolume dall’attentato, a differenza delle (almeno) 50 persone rimaste senza vita e delle altre ferite. L’ospite di “L’Aria Che Tira” si è detto lieto delle condizioni di salute del giornalista, ma poi ha spostato l’attenzione sulla crudeltà del governo ucraino: “Il 14 marzo, sotto casa mia è scoppiata un razzo balistico lanciato dagli ucraini che ha ucciso 23 persone e ne ha ferite 35. Io sono vivo per miracolo, sopravvissuto ad un atto terroristico, perché di questo si tratta quando si spara un’arma del genere su un paese di civili”. Myrta Merlino ha deciso quindi di interpellare ancora Tinazzi per ricevere ulteriori news sull’accaduto. Ma l’inviato, a quel punto, ha sbottato contro Bianchi, abbandonando il collegamento: “È un militante politico. Io sono qui, non posso sentirle queste cose. Non ho tempo da perdere. Non lo definirei neanche giornalista. Ho sentito un sacco di stupidità. Bisogna fidarsi delle fonti affidabili. Stai dalla parte di chi sta attaccando questa nazione. Tolgo il collegamento perché non voglio parlare con questa persona”. "Quel tizio mi discredita, non so chi sia, toglietemelo di mezzo" la replica di Bianchi. Per chi è testimone in prima persona della follia di Mosca è difficile sopportare la visione antitetica alla propria, vicina al nemico russo.

 

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