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Chiudiamo i rubinetti e dichiariamo guerra economica. Massimo Giannini all'assalto: il gioco sporco di Biden

Federica Pascale
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“Penso che i toni di Volodymyr Zelensky siano assolutamente giustificati e comprensibili” afferma il direttore de La Stampa Massimo Giannini nel commentare le parole proferite all’ONU dal premier ucraino Zelensky. Ospite di Lilli Gruber durante la puntata di martedì 5 aprile di Otto e Mezzo, il talk show politico in onda su La7, Giannini ha difeso la posizione del leader di Kiev che oggi ha chiesto un aiuto più consistente da parte delle Nazioni Unite. “Mettiamoci nei panni di questo signore – afferma Giannini -, che fino a qualche anno fa faceva il comico in televisione e che nel giro di quattro anni si ritrova a guidare un Paese aggredito dalla Russia in una guerra atroce, che deve recarsi in città distrutte a riconoscere corpi martoriati di uomini, donne e bambini per le strade. Cosa diremmo noi? Cosa direbbe il presidente della Repubblica o del Consiglio italiano se l'Italia si trovasse in quelle stesse situazioni in un contesto internazionale? Io credo che direbbe la stessa cosa che ha detto Zelensky, quindi io lo capisco”.

 

 

Nonostante questo, Giannini sottolinea anche come, evidentemente, non tutte le richieste di Zelensky possono essere accolte, pena lo scoppio della terza guerra mondiale. Tuttavia, “quello che abbiamo fatto finora, comprese le sanzioni ulteriori approvate quest'oggi in sede europea, non fermano Putin per la banalissima ragione che noi, mentre applichiamo quelle sanzioni e mentre lo condanniamo in tutti i modi possibili, continuiamo a pagare la sua sporca guerra staccando ogni giorno e ogni mese che abbiamo alle spalle un bell'assegno per prenderci il suo gas e il suo petrolio” evidenzia il direttore, che invita a ‘chiudere i rubinetti’: “Facciamo quest’ultimo passo. La terza guerra mondiale non si può fare ma una seria guerra economica, più seria di quello che abbiamo fatto finora, forse sì. Ne pagheremo anche noi le conseguenze, ma sennò che altro facciamo?” chiede.

 

 

Nel commentare le immagini del massacro di Bucha, cittadina ucraina devastata dalle truppe russe, Giannini chiarisce il ruolo degli USA che, a suo parere, fanno guerra per procura e vogliono un cambio di regime in Russia. “Biden fa la guerra per procura, come ha fatto molto spesso l'America in altre situazioni” afferma Giannini, che aggiunge di non essere contento che la Russia sia nelle mani di Putin e che dunque in fondo comprende le ragioni del presidente americano. “Non credo che sia interesse di nessuno questa guerra, preferiamo tutti la diplomazia, ma per mettersi al tavolo e trattare bisogna che Putin sia disponibile” e le basi per la trattativa sembrano ancora non esserci, conclude.

 

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