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Ungheria, Viktor Orban vince contro i burocrati dell'Ue e Zelensky

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Viktor Orban conquista il quarto mandato consecutivo vincendo "contro tutti". Il primo ministro nazionalista ungherese ha dichiarato la vittoria in un discorso ai sostenitori del suo partito Fidesz. "Abbiamo ottenuto una vittoria così grande che si può vedere dalla luna, e si può certamente vedere da Bruxelles", ha detto Orban, che è stato spesso condannato dall'Unione europea per il mancato rispetto dello stato di diritto e la presunta corruzione. Con circa il 91% dei voti conteggiati, la coalizione guidata da Fidesz ha il 53%, quella dell'opposizione filo-europea, Uniti per l'Ungheria, poco più del 34%, secondo l'Ufficio elettorale nazionale. “Il mondo intero ha visto a Budapest che la politica democratica cristiana, la politica civica conservatrice e la politica patriottica hanno vinto. Stiamo dicendo all'Europa che questo non è il passato, questo è il futuro", ha rimarcato Orban.

È stata la sfida elettorale più in bilico da quando Orban ha preso il potere nel 2010, con i sei principali partiti di opposizione che hanno messo da parte le loro divergenze ideologiche per formare un fronte unito contro Fidesz. Eppure, il leader dell'opposizione Peter Marki-Zay non è riuscito a imporsi neanche nel suo distretto di provenienza, un segnale scoraggiante per il candidato primo ministro che aveva promesso di porre fine a quella che sostiene essere la dilagante corruzione del governo, si era impegnato a migliorare il tenore di vita aumentando i finanziamenti per l'assistenza sanitaria e le scuole e a ricucire le relazioni logore con i partner occidentali. Buon risultato, invece, per il partito di destra radicale Movimento della nostra patria, che pare aver superato la soglia del 5% necessaria per ottenere seggi in Parlamento. "L'Ungheria sembra aver raggiunto un punto di non ritorno", commenta Edit Zgut, politologa presso l'Accademia polacca delle scienze a Varsavia, "la lezione chiave è che il campo di gioco è talmente inclinato che è diventato quasi impossibile sostituire Fidesz alle elezioni".

Mentre in un primo momento Orban aveva condotto una campagna su questioni sociali e culturali divise, ha poi cambiato radicalmente il tono dopo l'invasione russa dell'Ucraina a febbraio e da allora ha descritto le elezioni come una scelta tra pace e stabilità o guerra e caos. Se l'opposizione ha chiesto all'Ungheria di sostenere il suo vicino assediato e di agire di pari passo con i partner dell'Ue e della Nato, Orban, alleato di lunga data del presidente russo Vladimir Putin, ha insistito invece affinché l'Ungheria rimanga neutrale e mantenga i suoi stretti legami economici con Mosca, incluso l'import di gas e petrolio a condizioni favorevoli. "Questa non è la nostra guerra, dobbiamo starne fuori", ha detto Orban. "E' virtualmente l'unico in Europa a sostenere apertamente Putin", lo ha attaccato il presidente dell'Ucraina, Volodymyr Zelensky. E Orban, rivendicando la vittoria, non ha mancato di rispondere, citandolo tra coloro contro cui si è imposto: "la sinistra in patria, la sinistra internazionale, i burocrati di Bruxelles, l'impero Soros con tutti i suoi soldi, i principali media internazionali e, alla fine, anche il presidente ucraino".

Orban, feroce critico dell'immigrazione e dei diritti Lgbtq, tanto che insieme alle elezioni parlamentari domenica si è tenuto anche un referendum contro la 'promozione' delle tematiche legate all'omossesualità e di genere a scuola, ha raccolto l'ammirazione dei sovranisti di destra in Europa e Nord America. Stretti i legami in Italia soprattutto con Lega e FdI. Il primo a congratularsi è stato il leader della Lega Matteo Salvini: "Bravo Viktor! Da solo contro tutti, attaccato dai sinistri fanatici del pensiero unico, minacciato da chi vorrebbe cancellare le radici giudaico-cristiane dell'Europa, denigrato da chi vorrebbe sradicare i valori legati a famiglia, sicurezza, merito, sviluppo, solidarietà, sovranità e libertà, hai vinto anche stavolta grazie a quello che manca agli altri: l'amore e il consenso della gente. Forza Viktor, onore al libero Popolo ungherese". Anche la presidente di Fratelli d'Italia, Giorgia Meloni, si è congratulata "per la straordinaria vittoria. Per batterlo non è bastata nemmeno un'accozzaglia elettorale che ha tenuto insieme tutta la sinistra e l'estrema destra (per l'occasione stranamente considerata presentabile). Per anni lo hanno attaccato per le sue politiche a difesa dei confini e della famiglia, ma nessuno lo ha ringraziato nelle ultime settimane per aver accolto centinaia di migliaia di profughi ucraini. L'Ungheria è membro della Nato e dell'Ue e sta rispettando gli altri impegni assunti. È interesse dell'Europa riappassionare gli ungheresi alla causa comune e chiudere spazi alle ingerenze di Russia e Cina, ma per farlo Bruxelles deve innanzitutto rispettare la loro volontà. Che oggi, ancora una volta, ha parlato chiaro".

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