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Otto e mezzo, “derive inimmaginabili”. Montanari spara a zero: “Ipocrisia sull'Ucraina, ci hanno giocato a scacchi sopra”

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“C’è ipocrisia nel chiedere una pace con una guerra sempre più cruenta nel cuore dell’Europa?”. Lilli Gruber pone la domanda a Tomaso Montanari, rettore dell'Università per stranieri di Siena, ospite della puntata del 9 marzo di Otto e mezzo, talk show di La7, che è molto duro con chi ha lasciato da sola l’Ucraina: “Creo che sia stato ipocrita il gioco delle grandi potenze, che hanno giocato a scacchi sulla scacchiera dell’Ucraina, sapendo che alla fine davanti a questa scellerata guerra di aggressione di Putin i pezzi degli scacchi, cioè i corpi degli ucraini, non si sarebbero potuti proteggere davvero. Chiedono giustamente la no fly zone, ma darla sarebbe un’escalation nucleare. Alla fine vedo due scenari possibili: uno scenario nucleare, o Putin che vince ed espugna l’Ucraina, uno scenario non desiderabile”.

 

 

La partita va risolta con dei negoziati secondo Montanari: “Ci vuole un tavolo, se questo tavolo arriva è l’unica soluzione possibile, ci sono rischi di derive neanche immaginabili in questo momento. Questo è realismo, non utopismo. La pace possibile è realista. Noi siamo una piccola università, ma stiamo cercando di fare cose concrete, con borse di studio e insegnamenti di italiano ai profughi. Stiamo pensando di dare un posto ad uno studioso italiano che ha manifestato la contrarietà alla guerra. Le personalità di cultura, anche i russi, scappano perché si schierano contro Putin. Diamo voce alle voci russe contro la guerra. L'università è il contrario del nazionalismo, da noi si incontrano studenti russi ed ucraini. Credo che - conclude Montanari - una risposta simmetrica di un totalitarismo occidentale russofobo contro i russi sarebbe un enorme guaio ed un errore. Ci sarà un dopo la guerra e la Russia è parte della cultura occidentale”.

 

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