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Per la gioia dei golosi nasce il primo parco a tema tutto di cioccolato

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Nella patria del cioccolato, Nestlè ha annunciato la prossima realizzazione di un grande parco a tema interamente dedicato al prodotto dolciario fiore all’occhiello della Svizzera, e un nuovo piano di lotta contro il lavoro infantile nella filiera cacao in Africa. Lo riferisce il quotidiano Le Temps rilanciando le prime informazioni diffuse dal colosso alimentare svizzero in merito al maxi progetto che nel 2025 sorgerà a Broc, nel cantone di Friburgo. Si tratta di un investimento da 77 milioni di euro, accolto con entusiasmo dalle autorità del cantone che ospiterà il futuro parco sicuramente destinato a far crescere il settore del turismo.

 

«Non sarà un Luna Park con le montagne russe ma un parco di un tutt’altro genere» ha dichiarato Olivier Quillet, direttore del progetto per Nestlè. Il sito scelto è quello della Maison Caillet, storico produttore di cioccolata ricomprato da Nestlè e la cui fabbrica è già il terzo museo più visitato in Svizzera. Nestlè mette sul piatto della bilancia terreni di sua proprietà, diritti di licenza e know-how, mentre i finanziamenti e lo sfruttamento del progetto saranno in mano alla società Jogne Invest, un gruppo di investimento di Friburgo. Secondo alcune anticipazioni il parco Nestlè proporrà spettacoli di animazione, degustazioni, atelier oltre a diversi percorsi dedicati alla storia del cioccolato e alla sua fabbricazione. La sua realizzazione sarà affidata ad un team di scenografi che hanno già dato vita al museo Chaplin’s World di Corsier-sur-Vevey, sempre in Svizzera. La concorrenza, però, non manca e il futuro parco del cioccolato Nestlè dovrà sbancare la concorrenza di altri nomi storici della cioccolata svizzera quale Lindt - che ha aperto la House of Chocolate sul lago di Zurigo - Chez Camille Bloch e la Maison di Laderach. 

 

 

 

Il progetto di un nuovo parco a tema dedicato al cioccolato si colloca in un contesto di crisi per la produzione svizzera che ha molto risentito della pandemia di Covid-19. Secondo il rapporto 2021 di Chocosuisse, l’organizzazione dei produttori di cioccolata elvetici, è stato registrato un calo del fatturato del 14,5% a circa 1,44 miliardi di euro e per la prima volta in 40 anni il consumo medio annuo è calato sotto i 10 chili per persone, con ben 20 mila tonnellate in meno vendute in un anno. Altra nota amara per l’industria del cioccolato elvetico, sul mercato nazionale la quota di cioccolata non indigena è passata dal 41 al 43%, mentre le aziende produttrici sono rimaste in 16 e il numero di lavoratori è sceso del 10%. Un tasto dolente per il settore rimane quello della piaga del lavoro minorile nella filiera del cacao: secondo un rapporto 2020 del governo Usa, 1,56 milioni di bambini lavorano nelle piantagioni della Costa d’Avorio e del Ghana che forniscono la pregiata materia prima ai colossi occidentali della cioccolata, tra cui Nestlè. La firma svizzera ha pertanto deciso di triplicare i suoi investimenti - 1,2 miliardo di euro entro il 2030 - in un programma che incoraggi la scolarizzazione dei bambini e le pratiche di agricoltura rigenerativa. Nei due Paesi dell’Africa occidentale Nestlè verserà dei bonus alle famiglie che attueranno questi due provvedimenti, di un valore di 480 euro l’anno per il primo biennio e successivamente di 240 euro. 

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