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Ecco i segreti della cioccolata calda, il bello dell'inverno

Paolo Zappitelli
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È la regina delle golosità invernali. Ed ha una storia millenaria che affonda addirittura nella civiltà dei Maya. La cioccolata calda, un autentico must in queste giornate fredde e buie, è l’evoluzione finale dello xocoatl, la bevanda che aveva un gusto amaro e piccante, ottenuta da una miscela di cacao, fagioli, acqua e un pizzico di pepe. Apprezzatissima, doveva risultare schiumosa, ed era una prelibatezza consumata durante le ricorrenze, e in occasioni speciali. Dopo la scoperta dell’America, alla fine del XV secolo, il cacao fa il suo esordio in Europa. E da qui inizia una storia completamente nuova, perché nasce la cioccolata come la intendiamo noi, con un gusto più dolce.
Già i soldati spagnoli, al primo incontro con lo xocoatl, lo «ingentilivano» con lo zucchero di canna, ma è a partire dal XVII secolo che per prepararla si farà ricorso a una pasta di cacao solidificata in tavolette o rotoli, grattugiata al momento del bisogno (e questa procedura si protrarrà fino al 1828, quando l’olandese Van Houten «inventerà» la polvere di cacao). Servita in cioccolatiere con l’impugnatura orizzontale, l’usanza tipicamente aristocratica di consumare la bevanda porterà alla creazione di utensili e stoviglie da servizio molto raffinate, in porcellana prima, in argento poi (tra le più celebri cioccolatiere in argento c’è quella appartenuta a Luigi XIV). In Italia sarà Francesco d’Antonio Carletti, mercante fiorentino rientrato da un viaggio nel Nuovo Mondo, a introdurre l’usanza all’inizio del Seicento. La ricetta spagnola dell’epoca prevedeva l’utilizzo di cacao, acqua, zucchero, vaniglia e cannella, mentre nei salotti aristocratici italiani si sperimentarono invece diverse modifiche, aggiungendo a piacere aromi floreali – come il gelsomino – o fruttati, come il cedro o il limone.
Agli inglesi, invece, si deve la scelta di diluire il cacao con il latte, anziché con l’acqua. Proprio a Londra la cioccolata calda diventa un’abitudine da sorseggiare alla fine del pranzo, mentre a partire dal XVIII secolo si moltiplicano le chocolate house che servono la bevanda, appannaggio però dell’alta società, visto il costo ancora molto elevato del cacao.
A Roma la cioccolata calda è la protagonista della Libreria dell’Hotel Eden, l’albergo 5 stelle in via Ludovisi 49. Qui lo chef Fabio Ciervo offre un «viaggio» nel mondo di questa preziosa bevanda. Fino al 12 marzo, dal lunedì al sabato, dalle 10 alle 18, si potrà assaporare cioccolata calda fondente e gianduia con topping e spezie come l’anice stellato, la granella di pistacchi, lo zenzero, il peperoncino o le perline croccanti; una selezione di praline e tartufi; piccola pasticceria, biscotti e scorzette di zenzero, arance e limone ricoperte di cioccolato; fragole con cioccolato e champagne e il tipico dessert italiano, il Tiramisù, rivisitato dallo chef e realizzato al momento.
 

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