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Haiti, il presidente Moise ucciso in casa da un commando

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Il presidente di Haiti, Jovenel Moise, è stato assassinato per mano di un commando armato che si è introdotto in casa sua intorno all’una di notte. Sua moglie è rimasta ferita ed è attualmente ricoverata in ospedale. L’annuncio lo ha dato il primo ministro uscente e ministro degli esteri haitiano, Claude Joseph, che ha anche invitato la popolazione «a mantenere la calma». La situazione «è tenuta sotto controllo grazie al lavoro della Polizia nazionale e delle forze armate - spiega Joseph - Sono state prese tutte le misure per garantire la continuità dello Stato e la sicurezza della Nazione. La democrazia vincerà». Solamente ieri Moise aveva nominato nuovo primo ministro Ariel Henry, proprio al posto di Joseph che aveva assunto l’interim, conferendogli il compito di «formare un governo aperto che includa le forze vitali del Paese, risolvere il flagrante problema dell’insicurezza e sostenere il Consiglio elettorale per lo svolgimento delle elezioni generali e del referendum».

 

 

 

 

 

 

 

La mancanza di sicurezza, come affermato dallo stesso Moise nella sua comunicazione ufficiale, è solo uno dei problemi cronici di Haiti, il paese che divide con la Repubblica Dominicana l’isola di Hispaniola: il lato ovest dell’isola nel corso degli anni Duemila è stato infatti piagato da una serie di sciagure naturali come l’uragano Jeanne del 2004, il terremoto del 2010 che fece oltre 220mila vittime e l’uragano Matthew del 2016, e da una violenta epidemia di colera scaturita proprio a seguito di eventi che hanno ridotto buona parte della popolazione in povertà. Da mesi erano in atto manifestazioni di protesta contro il carovita e contro una serie di riforme costituzionali portate avanti da Moise, e l’Onu in un rapporto pubblicato a gennaio aveva parlato di 130 vittime e oltre 700 casi di violazioni di diritti umani da parte delle forze dell’ordine. Solo ai primi di maggio il presidente aveva aperto un dialogo con diversi settori della politica nazionale con la possibilità di formare un governo di unità nazionale di fronte alla crisi sociale e politica che vive il paese, e giusto ieri c’era stato l’annuncio del nome del nuovo premier incaricato.

 

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