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Cina, nei wet market non è cambiato nulla: le nuove immagini dell'inferno degli animali

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Cos'è cambiato nei wet market cinesi dopo lo scoppio della pandemia di coronavirus? Nulla secondo le immagini terrificanti raccolte da Animal Equality con l’aiuto di coraggiosi attivisti locali che provano che animali di tutte le specie vengono ancora venduti e macellati crudelmente tra le bancarelle dei wet market.

"Non è la prima volta che Animal Equality si infiltra in questi mercati asiatici dove - spiegano - vengono venduti per il consumo animali vivi e morti, selvatici e domestici. Nel 2014 e all'inizio del 2020 abbiamo pubblicato immagini scioccanti dei wet market di Cina, Vietnam e India, che testimoniano l'incuria e la crudeltà con cui questi luoghi operano. Il nostro team di investigatori ha deciso che era importante monitorare la situazione nei wet market per vedere se con la pandemia le cose fossero cambiate".

"Abbiamo voluto onorare l’impegno preso con l’oltre mezzo milione di persone che avevano già firmato la nostra petizione per aiutare questi animali vengono venduti e uccisi senza la minima considerazione e per porre fine al rischio che questi luoghi rappresentano per l'umanità", afferma Alice Trombetta, direttrice di Animal Equality in Italia.

Il materiale presentato è stato raccolto nelle città di Wuhan, Guangzhou, Dongguan, Guilin, Nanning e Liuzhou in Cina durante il mese di maggio, con l’aiuto di attivisti locali. Le immagini rivelano che nonostante i terribili mesi che hanno completamente cambiato la vita così come la conosciamo, nei wet market si continuano a vendere e ad uccidere animali come tartarughe, rane, anatre, oche, piccioni e altri, riunendo specie che in natura non vivrebbero mai insieme, aumentando così il rischio di trasmissione di malattie tra l'uomo e gli animali. Inoltre, a causa delle condizioni di gestione e trasporto, gli animali raggiungono livelli di stress così elevati che il loro sistema immunitario si indebolisce rapidamente, creando così un ambiente perfetto per la diffusione di malattie pericolose.

"È davvero preoccupante vedere le condizioni in cui gli animali vengono trasportati e scambiati in questi luoghi, ma le uccisioni sono ancora peggiori. Gli animali vengono scelti dagli acquirenti e, pienamente coscienti, vengono crudelmente macellati senza alcun controllo sanitario. La situazione non è migliorata per niente", continua Alice Trombetta. Chiudere i wet market, dove vengono venduti e macellati animali di ogni specie, è l’unico modo per porre fine alle sofferenze degli animali che vivono e muoiono quotidianamente in questi luoghi. Questo è quello per cui Animal Equality si batte, come per gli animali confinati negli allevamenti intensivi di tutto il mondo, anch’essi pericolosi per l’uomo e crudeli nei confronti degli animali.  Chiudere i wet market è un passo fondamentale da intraprendere e contribuirà a ridurre il rischio sanitario globale che questi luoghi rappresentano per tutti noi ed evitare future pandemie".

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