Cerca
Logo
Cerca
Edicola digitale
+

Coronavirus, chiudono i luoghi santi di Betlemme. Non ci resta che pregare

A Lourdes vasche chiuse e gel nei confessionali

Filippo Caleri
  • a
  • a
  • a

Vasche chiuse, confessionali dotati di gel idroalcolico e regolamentazione degli accessi dei pellegrini. Il coronavirus cambia non solo la vita materlale delle persone ma anche quella spirituale. Questo è quanto sta accadendo, secondo il quotidiano Le Figaro,  nel santuario di Lourdes, nei Pirenei, luogo religioso d'eccellenza per malati e infermi in cerca di sollievo o di guarigione. Anche se finora nella meta di pellegrinaggio non sono stati registrati casi di contagio la direzione del santuario è pronto a tutte le eventualità. Intanto all'ingresso della basilica di Notre-Dame du Rosaire, pannelli informativi ricordano ai credenti le regole d'igiene da seguire come il frequente lavaggio delle mani. Se dunque in Francia per ora nulla cambia, salvo le restrizioni, non è così in altri luoghi di culto internazionali. Le autorità di Betlemme hanno disposto la chiusura di tutte le moschee e le chiese per 14 giorni per contenere la diffusione del nuovo coronavirus. Lo ha reso noto il ministero della Sanità palestinese al termine di una riunione straordinaria convocata dopo la segnalazione di casi sospetti nell'Angel Hotel di Betlemme, come riporta l'agenzia di stampa Wafa. E' stato quindi chiesto di cancellare tutte le prenotazioni effettuate negli hotel della città, mentre le persone presenti nell'Angel Hotel verranno poste in quarantena. Il ministero ha quindi chiesto che venga rafforzato lo stato di emergenza a Betlemme, Gerico e nelle città e nei villaggi vicini. La  Wafa spiega inoltre che sono state cancellate tutte le attività e gli eventi previsti a Betlemme, compresi quelli sportivi, e sono state  chiuse tutte le scuole, le moschee e le chiese per 14 giorni. Insomma dopo le limitazioni ai riti (niente segno della pace ad esempio durante la messa) i fedeli di ogni confessione si confrontano con nuove abitudini e restrizioni. Il coronavirus insomma non solo non ha frontiere ma nemmeno religione. L'unica arma che resta (solo ovviamente per chi crede in  qualunque confessione) è la preghiera personale. Quella non subirà alcuna limitazione. E visti i numeri del bollettino contagi sarà, insieme alle eccellenze sanitarie, all'aiuto della scienza impegnata nella ricerca del vaccino, e al sacrificio di medici e infermieri, una delle poche contromisure a disposizione contro l'emergenza.

Dai blog