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Schiaffo dei giudici a Johnson: "Sospensione parlamento illegittima"

Clamorosa decisione della Corte Suprema. Il premier sotto attacco se la prende con la sentenza e annuncia: "Non mi dimetto"

Carlantonio Solimene
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La sospensione di cinque settimane del Parlamento britannico decisa dal premier Boris Johnson «è illegale». Lo ha deciso la Corte suprema britannica. Nella sua pronuncia la Corte ha stabilito che il suggerimento dato dal premier Boris Johnson alla regina sull'opportunità di procedere alla sospensione del parlamento «era illegale, nullo e di nessun effetto». Questo implica, ha proseguito Lady Hale che la sospensione non ha alcun effetto, che il parlamento non è sospeso. A cercare di fornire delle risposte su cosa accadrà dopo l'annullamento del provvedimento che il primo ministro aveva preso per impedire al Parlamento di schierarsi contro una "hard Brexit" è stata l'edizione on line del "Guardian". La prima curiosità riguarda la possibilità per il premier di sospendere ulteriormente il parlamento, anche nell'immediato. La sentenza non ha in sé modificato i poteri del primo ministro a questo riguardo, spiega il Guardian, ma sicuramente li ha limitati. Boris Johnson non potrebbe tentare di chiudere nuovamente per un lungo periodo le camere senza trovarsi nella posizione di chi di fatto commette oltraggio alla corte. Potrebbe anche darsi che, in presenza di una richiesta così evidentemente illegale, la Regina dica no o almeno minacci di farlo (anche se - si sottolinea - questo implicherebbe un coinvolgimento della Corona nella politica che non si è visto da un secolo o più). Ma la sentenza non chiude la strada ad una breve sospensione, normale, di pochi giorni, a ridosso del discorso della Regina.  Il secondo quesito riguarda il suggerimento dato da Johnson alla regina. Le ha mentito? La Corte Suprema non ha accettato la tesi del governo secondo cui la sospensione non aveva nulla a che vedere con una limitazione della libertà di movimento dei parlamentari sulla Brexit e sulla sua attuazione. Ma non ha accusato il premier di aver mentito alla Regina. Johnson ha negato con forza di aver mentito, anche se non si sa esattamente cosa abbia detto in privato alla Regina sui suoi piani. Infine una domanda sull'impeachment. È possibile? No, quasi certamente, risponde il Guardian. L'impeachment è ora considerato obsoleto. Meno chiaro è cosa accadrebbe se Boris Johnson decidesse di sfidare lo spirito o la lettera della legge. Voci provenienti da Downing Street hanno già lasciato intendere che non esclude di aggirare il Benn Act voluto per costringerlo a chiedere un rinvio del divorzio da Bruxelles in assenza di un accordo entro il 19 ottobre. E allo stesso modo ora potrebbero esserci persone che a Downing Street cercano di capire come aggirare questo giudizio. Non è chiaro cosa potrebbe accadere, anche se secondo il parere di un ex procuratore capo, in caso di oltraggio alla Corte Johnson potrebbe rischiare il carcere. Più probabile è però il caso per cui se Johnson dovesse tentare di violare la legge, parte del governo e della pubblica amministrazione incrocerebbe le braccia, si dimetterebbe o comunque non lo seguirebbe su una strada di illegalità. Intanto sono molteplici le reazioni alla decisione della Corte Suprema. "In quanto incarnazione della nostra democrazia parlamentare, la Camera dei Comuni deve riunirsi senza rinvii. A questo scopo, consulterò i leader dei partiti con urgenza" ha dichiarato lo speaker del Parlamento, John Bercow. Il leader dei laburisti Jeremy Corbyn ha a sua volta invitato Johnson a "riconsiderare" la sua posizione. E se dall'Unione Europea vige un rigoroso no comment sugli ultimi sviluppi, è lo stesso Boris Johnson a farsi sentire: "La decisione è incredibile - viene fatto filtrare da Downing Street - ma va rispettata". Le stesse fonti fanno sapere che Johnson non è assolutamente intenzionato a dimettersi. Poi è stato lo stesso primo ministro a sottolineare che "noi continuiamo a fare quello che abbiamo fatto, usciremo dall'Ue il 31 ottobre". "Il nostro obiettivo è fare un buon accordo e ci stiamo lavorando. Trovare un accordo con questa situazione non sarà facile ma", ha aggiunto, «ho molta speranza che lo troveremo".

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