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Il piccolo Julen non ce l'ha fatta. Bimbo di 2 anni trovato morto nel pozzo

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Era caduto tredici giorni fa. Il papà soccorso dopo malore

Carlo Antini
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La Spagna è in lutto. Julen, il bambino di 2 anni che domenica 13 gennaio era caduto in un pozzo profondo più di centro metri in Andalusia, è stato trovato morto. Il Paese ha tenuto il fiato sospeso per 13 giorni, mentre i soccorsi di ampiezza eccezionale procedevano nonostante la debole speranza di portarlo in salvo. L'autopsia è cominciata sabato mattina, ha annunciato il prefetto locale Alfonso Rodriguez Gomez de Celis, che all'1.25 aveva reso noto il recupero del bimbo «senza vita»; il caso passa ora nelle mani della giustizia. Julen Rosello era caduto per caso, avevano raccontato i genitori, in un pozzo abbandonato di 25 centimetri di diametro e oltre 100 di profondità, creato per cercare acqua. Il bambino stava giocando sul terreno appartenente a un parente nelle montagne del villaggio di Totalan, mentre i genitori pranzavano non lontano. Le autorità hanno spiegato che il pozzo, trivellato senza autorizzazione, non era tappato. Le prime indagini hanno rivelato che il bambino avrebbe fatto una «caduta libera di 71 metri», prima di fermarsi su un cumulo di terra. L'ipotesi considerata più probabile è che cadendo abbia smosso terra e sabbia, che avevano così creato un ammasso di detriti sopra di lui, impedendo la discesa della telecamera per localizzarlo. Più di 300 persone hanno lavorato ai soccorsi, smuovendo 85mila tonnellate di terra. Quando la telecamere non era potuta scendere sotto i 70 metri, avevano scavato un tunnel parallelo, con molti contrattempi legati alla durezza della roccia. Infine minatori d'elite delle Asturie dotati di bombole d'ossigeno erano scesi nel tunnel per scavare con un enorme trapano la galleria orizzontale di circa 4 metri che ha infine raggiunto il bimbo. Per riuscirci, avevano dovuto coinvolgere gli artificieri, con quattro esplosioni controllate. Toccherà a un giudice di Malaga stabilire «possibili responsabilità per la morte», ha sottolineato il prefetto, lanciando un appello a chiudere i pozzi illegali. Il caso ha colpito particolarmente gli spagnoli anche perché la famiglia aveva già perso un altro figlio piccolo nel 2017, il bambino Oliver di 3 anni, morto per una crisi cardiaca. Un fotografo sul luogo dell'incidente ha raccontato che, quando è stato annunciato il presunto ritrovamento, mentre la madre urlava e chiedeva di allontanare i media, il padre ha urlato: "No, non un'altra volta". Mentre ormai il decesso era dato per scontato e solo i genitori continuavano a sperare, migliaia di messaggi di solidarietà sono arrivati alla famiglia da tutto il Paese, sia da semplici cittadini sia esponenti politici e istituzionali. "Tutta la Spagna si unisce alla tristezza della famiglia", ha scritto il premier Pedro Sanchez su Twitter, mentre il re Filippo VI ha espresso "il suo più profondo dolore".

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