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Kenya, ancora arresti per il rapimento di Silvia Romano: "Tutti complici"

Avrebbero ceduto informazioni ai sequestratori o, peggio ancora, sarebbero i loro fiancheggiatori

Silvia Sfregola
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Diciannove persone sono state arrestate in Kenya per il sequestro della 23enne milanese Silvia Costanza Romano, rapita martedì sera da una banda armata a Chakama, a sud del Paese. Avrebbero ceduto informazioni ai sequestratori o, peggio ancora, sarebbero i loro fiancheggiatori. La polizia sta dando la caccia a un uomo, sparito nel nulla pochi giorni prima del rapimento, che non è ancora stato rivendicato. L'obiettivo degli 007 italiani è capire chi ha sequestrato la volontaria e il perché, dove è stata portata e cosa potrebbe essere chiesto in cambio della sua liberazione. Il timore è che la giovane sia passata di mano in mano, e che possa essere già oltre confine. "Aiutami Ronald, per favore aiutami", è stato il grido disperato della ragazza mentre gli uomini armati la portavano via, sparando colpi di kalashnikov e causando cinque feriti, tra cui bambini. La 23enne, laureata in mediazione linguistica e insegnante di ginnastica acrobatica a Milano, è volontaria della onlus marchigiana Africa Milele, che ha sede a Fano, in provincia di Pesaro e Urbino. Dopo un'esperienza in Kenya durante l'estate con la ong italiana Orphans's Dreams, a ottobre aveva deciso di tornare nel 'continente nero', questa volta spingendosi a 80 chilometri dalla città di Malindi, per prendersi cura dei bambini orfani in un villaggio sperduto, Chakama. Sul caso indagano anche i carabinieri del Ros, in costante coordinamento con i servizi segreti del Kenya. L'unità di crisi della Farnesina si è attivata e la procura di Roma ha aperto un fascicolo per sequestro di persona a scopo di terrorismo. Le piste sono due: i pastori Orma e gli jihadisti di Al Shabaab. La maxioperazione, stando al quotidiano kenyano Daily Nation, è scattata mercoledì sera a Chakama e Galana-Kulalu e i quattordici arrestati sono stati interrogati. Il comandante della polizia regionale, Noah Mwivanda, ha reso noto che le forze di sicurezza hanno esteso l'operazione alle contee di Tana River e Taita Taveta. Ed è proprio a Tana River che vive Said Abdi Adan. L'uomo, ricercato, ha affittato una casa a Chakama, ospitando in seguito due persone. Tutti e tre, però, sono spariti nel nulla pochi giorni prima che Silvia fosse portata via con la forza. Secondo quanto riporta il Daily Nation, un locale di nome Malik Said Gasambi avrebbe detto alla stampa: "Gli ho dato due stanze dove hanno passato notti a masticare miraa", pianta che produce effetti simili all'amfetamina, causando eccitazione ed euforia. Al momento non è escluso che i responsabili siano criminali comuni in cerca di soldi: i rapitori, stando alle testimonianze al vaglio degli investigatori, hanno fatto irruzione nel villaggio africano chiedendo della "straniera" e, una volta trovata Silvia, le avrebbero chiesto del denaro, trascinandola verso il fiume.

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