Cerca
Logo
Cerca
Edicola digitale
+

I sovranisti anti-Ue avanzano anche in Svezia. Il partito di Akesson sfiora il 20%

Socialdemocratici ai minimi storici ma restano il primo partito

Davide Di Santo
  • a
  • a
  • a

La destra sovranista ed euroscettica avanza e sfiora il 20%,  i socialdemocratici ai minimi storici ma restano il primo partito, crescono i piccoli partiti: è questo il quadro che emerge dalle elezioni in Svezia, stando ai primi exit poll. I socialdemocratici del premier Stefan Lofven avrebbero ottenuto tra il 25,4% e il 26,2%, il peggiore dato dal 1908 con piu' di 5 punti in meno sul 2014, ma in grado comunque di garantirgli la permanenza alla guida del governo. La destra sovranista e anti-immigrati degli Svedesi democratici di Jimmie Akesson cresce anche se resta al di sotto del 20% - ma alle precedenti elezioni aveva incassato il 12.9% - mentre guadagnano consensi gli ex comunisti di Sinistra che arriverebbero al 9,8%, quasi raddoppiando i loro voti. Avanzano anche anche il partito di centrodestra, Centro, e i cristiano-democratici. A livello di coalizione, i socialdemocratici e i loro due alleati, Verdi e Sinistra, sarebbero attorno al 39,4% contro il 39,4%, della coalizione di centro-destra guidata dai Moderati. Finora nessun partito si è detto disposto a collaborare con l'estrema destra che quindi dovrebbe restare fuori dai giochi. Stando agli exit poll delle emittenti Tv4 e Svt, come secondo partito dietro ai socialdemocratici è testa a testa tra l'estrema destra dei Democratici svedesi di Akesson, data tra il 16,3 e il 19,2%, e i Moderati (conservatori) dati da un sondaggio al 17,8% e dall'altro al 18,4%. Per l'ultra-destra sovranista di Akesson sarebbe un balzo in avanti rispetto al 13% del 2014 ma meno ampio di quello che facevano pensare i sondaggi che li davano in alcuni casi al 25%. Il 38% degli svedesi ha deciso solo all'ultimo per chi votare, sempre stando agli exit poll e addirittura il 41% ha detto di aver cambiato partito dalle ultime elezioni nel 2014.  "La Svezia patria del multiculturalismo e modello della sinistra, dopo anni di immigrazione selvaggia ha deciso finalmente di cambiare. Ora anche lì dicono no a questa Europa di burocrati e speculatori, no ai clandestini, no all'estremismo islamico". Ad affermarlo il vicepremier e ministro dell'Interno Matteo Salvini. "La forte affermazione di Jimmie Akesson - continua Salvini - è l'ennesimo avviso di sfratto ai socialisti: a maggio, alle elezioni Europee, completeremo l'opera del cambiamento fondato sui valori del lavoro, della sicurezza e della famiglia". 

Dai blog