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Tra scavi e lezioni di nuoto ci vorranno mesi per portare i bambini fuori dalla grotta

I 12 baby calciatori dovranno immergersi con mute e bombole

Davide Di Santo
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I 12 ragazzi bloccati da 10 giorni in una grotta in Thailandia insieme al loro allenatore stanno bene, ma ci vorranno mesi per portarli in salvo se non impareranno prima a immergersi con l'attrezzatura da sub per tentare quella che sarebbe un'impresa quasi disperata. Lo ha reso noto l'esercito thailandese, poche ore dopo il loro ritrovamento da parte dei due sommozzatori britannici in una sorta di spiaggia a 4 chilometri dall'imbocco della grotta Tham Luang. MUTE DA SUB E LEZIONI DI NUOTO - I soccorritori stanno sfidando l'innalzamento del livello dell'acqua per portare al gruppo viveri sufficienti per quattro mesi e si cerca anche di installare una linea elettrica e telefonica per consentire al gruppo di parlare con i familiari, ha spiegato il governatore del Chiang Rai, Narongsak Osotthanakon, che dirige le operazioni di soccorso. A tutti saranno impartite lezioni di nuoto per favorire un'eventuale operazione di salvataggio. Nessuno di loro, infatti, sa nuotare, e indeboliti come sono potrebbe essere fatale tentare di farli immergere al buio, in acque fangose e tra forti correnti per fargli fare un tragitto che un sub esperto dei Navy Seal impiega sei ore a percorrere. Per ora, quindi, la priorità dei soccorritori resta quella di pompare via l'acqua dalla grotta (10.000 litri all'ora) per aprire un varco asciutto. Le piogge previste nei prossimi giorni, però, rischiano di allungare i tempi e richiedere "mesi" per un salvataggio senza doversi immergere, come ha spiegato il capitano della Marina Anand Surawan. Un'alternativa potrebbe essere quella di aprire un varco dall'alto per tirarli fuori e in questo senso proseguono le esplorazioni per uno scavo.  IL VIDEO DEI NAVY SEALS THAILANDESI LA MACCHINA DELLE RICERCHE - I ragazzi, tutti baby-calciatori di età compresa tra gli 11 e i 16 anni, e il loro allenatore 25enne erano semisvenuti in un'area asciutta, una sorta di spiaggia, all'interno della grotta: da giorni i soccorritori cercavano quella spiaggia, di cui conoscevano l'esistenza ma che non riuscivano a individuare. Il gruppo era entrato nella grotta il 23 giugno dopo un allenamento e poco dopo le forti piogge monsoniche avevano bloccato l'uscita. Nel complesso le condizioni di salute dei 13 sono stabili e nessuno è in condizioni critiche: la temperatura sulla 'spiaggia' è di 26 gradi e l'acqua che cade dalle pareti ha evitato il pericolo di disidratazione. A tutti sono stati forniti cibo e liquidi per una graduale ripresa. Il video del primo contatto con i ragazzi è stato postato su Facebook dai Navy Seals thailandesi. Vicino alla grotta ci sono i genitori, accolti in una stanza protetta, che alla notizia del contatto si sono lasciati andare a lacrime di gioia. All'operazione di ricerca hanno partecipato soccorritori da sette paesi, tra cui cinesi, americani, britannici e australiani, che affiancano un migliaio di militari thailandesi presenti sul posto. L'intero Paese da giorni era in trepida attesa e per loro, domenica, aveva pregato Papa Francesco all'Angelus.

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