Cerca
Logo
Cerca
Edicola digitale
+

Macron: centri d'accoglienza in Italia. Conte non ci sta: "Li faccia pure lui"

Botta e risposta Italia-Francia sui Paesi che potranno allestire gli hot spot

Carlo Antini
  • a
  • a
  • a

Soddisfatto per un accordo a 28 che giudica positivo «all'80 per cento», il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, lascia Bruxelles al termine di un vertice Ue in cui si è svolta una lunga e faticosa trattativa sul tema dei migranti. Lo fa parlando di «piena sintonia» con il ministro dell'Interno, Matteo Salvini, perchè entrambi chiedono che si agisca su questo fronte non a parole ma «con i fatti» e racconta di un colloquio telefonico di stamattina dove c'è stato un «confronto molto sereno».Conte rivendica all'Italia di aver «rivoluzionato il tavolo» su questa questione impuntandosi fino a mantenere la possibilità di un veto su tutti i punti dell'ordine del giorno quasi fino all'alba, perchè se ne discutesse. Del nuovo rapporto con l'Europa parlerà anche con Donald Trump, il 30 luglio, se gli verrà richiesto. «Ero qui per negoziare delle dichiarazioni, le abbiamo scritte, ho lottato fino alla fine», ha spiegato ai giornalisti in conferenza stampa. Ed ha scherzato «Macron era stanco... Lo smentisco» rispetto a chi insisteva sulla posizione d'Oltralpe che vorrebbe i centri di accoglienza dei migranti nei Paesi di primo approdo. Poi Conte è tornato a parlare del titolare del Viminale e vicepresidente del Consiglio: con il leader del Carroccio un solo «lieve disaccordo», scherza osservando «ci avete preso in castagna» perchè per Salvini il patto siglato in Ue è buono solo al 70%. Certo, dice ancora Conte, se l'avesse scritto soltanto di suo pugno, il premier avrebbe inserito due cose che lo avrebbero fatto diventare valido al 100%. L'Italia è stata un poco prepotente? Chiede in inglese una giornalista. «A little bit», è la risposta di Conte. In conferenza stampa poi spiega che sull'accoglienza di migranti secondari l'Italia non ha siglato alcun impegno specifico con la Cancelliera Angela Merkel. Con lei ha «chiarito che non avremmo accettato di parlare di movimenti secondari se non avessimo parlato prima» degli sbarchi. «Vi invito a considerare il fatto - ha quindi esortato - che per molti Paesi era inaccettabile che ci fossero riferimenti ad azioni condivise, anche nel soccorso e nel salvataggio in mare». Ora «è scritto nei fatti 'it's shared'» mentre l'Italia prima «era sola».Della manovra correttiva di cui arriva eco da Roma non parla: «Fatemi tornare in Italia e parlare con i ministri», dice ai giornalisti mentre sulle banche, stamattina, riferisce di una discussione «molto vivace», con l'Italia che ha anche bloccato, a un certo punto, il documento. Ma ora c'è la parte che riguarda la sicurezza e l'istituzione della condivisione del rischio del sistema. Già stamane fonti italiane parlavano di compromesso soddisfacente in Europa e sull'accordo arrivato nella notte spiegavano che sui migranti partivamo da zero, l'alternativa era far saltare il tavolo o portare a casa il più possibile. Obiettivi importanti: dall'approccio multilaterale alla questione Ong che devono rispettare la legge, allo stop degli automatismi per cui chi salva vite umane le ospita nel proprio Paese, al trattato di Dublino. Il vertice non era 'sotto dettaturà e la lunga trattativa lo ha dimostrato, nè manca la consapevolezza, ragionavano le stesse fonti, che ancora non è finita e ci sarà molto da lavorare per rendere operativi gli intenti.

Dai blog