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Ribaltone in Spagna: sfiduciato Rajoy, al governo il socialista Sanchez

Il leader Psoe ha promesso elezioni ma potrebbe governare come minoranza

Davide Di Santo
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Il primo ministro spagnolo Mariano Rajoy è stato sfiduciato dal Parlamento. La mozione di sfiducia, promossa dal leader socialista Pedro Sanchez, è stata approvata con 180 voti a favore, 169 contrari e un astenuto. Sanchez diventa così il capo del Governo e Podemos entra in maggioranza.  La mozione del leader del Partito Socialista ha ricevuto i voti dei parlamentari di Unidos Podemos e di altri gruppi minori e partiti regionali come gli indipendentisti catalani del PdeCAT e di Esquerra Republicana. Anche se decisivi per la sfiducia a Rajoy sono stati i voti dei cinque deputati del Partito nazionalista basco (Pn). Il voto mette fine a una settimana di tensioni in Spagna. Il Psoe aveva presentato la proposta venerdì scorso in seguito alla condanna di cinque esponenti del Partito popolare di Rajoy per corruzione nel cosiddetto caso 'Operacion Guertel'. Il successo della mozione di sfiducia apre ora un nuovo scenario nel paese con alcune incognite ancora da risolvere. Prevedibilmente Sanchez, 46 anni, entrerà in carica nei prossimi giorni e nominerà un nuovo esecutivo che potrebbe governare come minoranza, contando al Congresso solo su 84 deputati su 350. All'orizzonte ci sono le elezioni generali che il leader socialista ha promesso di convocare ma che non hanno ancora una data. Tra le questioni che il nuovo esecutivo dovrà affrontare c'è intanto quella della Catalogna, dove il processo di indipendenza mantiene la regione in sospeso. "E' stato un onore lasciare una Spagna migliore di quella che ho trovato", ha detto Rajoy al termine dei suoi 7 anni di governo. Pedro Sanchez si conquista il suo capitolo nella storia spagnola come primo politico a spodestare il presidente del governo attraverso una mozione di sfiducia. L'ex professore di economia non e' nemmeno piu' un parlamentare. La sua carriera politica e' stata caratterizzata da alti e bassi, e qualche caduta da cui e' riuscito a rialzarsi, piu' forte di prima. L'ultima due anni fa quando venne defenestrato dal suo partito, il Partito Socialista Operaio Spagnolo (Psoe), per il suo rifiuto di appoggiare il ritorno in carica di Rajoy in seguito alle due elezioni generali che non avevano consegnato una maggioranza netta. Ma poco meno di 8 mesi piu' tardi, Sanchez vinse a sorpresa le primarie con il 49% e torna segretario. Sanchez reagi' abbandonando il suo seggio e annunciando un viaggio per ricongiungersi con i socialisti scontenti in tutta la Spagna. "Non andro' contro il mio partito o contro le mie promesse elettorali", spiego'. Sa'nchez, nato a Madrid nel 1972, e' entrato a far parte del Psoe nel 1993. Dopo aver studiato scienze economiche e commerciali all'Universita' Complutense di Madrid, ha conseguito il primo dei tre master alla Libera Universita' di Bruxelles e ha lavorato nel Parlamento Europeo. Nel 1999, ha servito come capo dello staff per l'Alto rappresentante delle Nazioni Unite in Bosnia durante il conflitto in Kosovo. Cio' e' stato seguito da periodi come consulente autonomo per le imprese straniere, consigliere economico del comitato esecutivo federale del Psoe e cinque anni come consigliere comunale di Madrid. E' stato deputato tra il 2009 e il 2011, quando ha perso il seggio ed e' tornato al mondo accademico. Nel 2013, e' rientrato in Parlamento ed e' stato eletto leader del Psoe l'anno successivo. E' sposato e ha due figlie. Ha una passione per la pallacanestro e per le lingue: parla bene sia inglese che francese. Ora la aspetta un viaggio tutt'altro che semplice. Il suo governo probabilmente lottera' per accogliere la miriade di richieste molto diverse delle parti che hanno appoggiato la sua mozione mentre si prepara a tenere le elezioni generali che ha promesso. Dovra' anche occuparsi della questione dell'indipendenza catalana, la peggiore crisi politica che ha colpito la Spagna da quando e' tornata alla democrazia dopo la morte di Franco.

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