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Navi da guerra americane verso la Siria, jet russi le sorvolano

Il cacciatorpediniere USS Donald Cook a 100 km da Tartus

Davide Di Santo
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Il Consiglio di sicurezza delle Nazioni unite si prepara a votare bozze di risoluzione "rivali", proposte da Russia e Stati Uniti, mentre incombe la possibilità di un intervento militare americano in Siria a seguito del presunto attacco chimico di sabato a Douma. Secondo i media, un cacciatorpediniere Usa si sarebbe diretto intanto verso la città costiera siriana di Tartus, dove la Russia ha una base militare da cui avrebbe fatto alzare jet che avrebbero sorvolato varie volte la nave da guerra. Il voto all'Onu è previsto per le 21 italiane sulla bozza presentata dagli Usa, che propongono di avviare un'inchiesta sugli attacchi con armi chimiche in Siria. La misura però, secondo fonti diplomatiche, sarà bloccata dal veto della Russia, che ha parlato di "elementi inaccettabili" (e che in passato ha usato 11 volte il suo potere di veto per bloccare azioni contro l'alleato siriano). Anche Mosca ha chiesto un voto su un'altra bozza, presentata a gennaio, che chiede un'indagine, ma le potenze occidentali l'hanno già bollata come faziosa a favore di Damasco. In una mossa a sorpresa, la Russia ha poi presentato un altro testo, appoggiando il dispiegamento di investigatore dell'Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche (Opac) in Siria, secondo un testo visto da AFP. Nel frattempo, Russia e Siria hanno entrambe chiesto che l'Opac mandi i suoi specialisti a Douma, dove sarebbe stato usato il gas tossico, che secondo i soccorritori sul posto ha ucciso decine di persone. E l'organizzazione ha annunciato poi che invierà "a breve" i suoi esperti. L'Opac, tuttavia, non ha il mandato per identificare i responsabili degli attacchi chimici, ma solo per verificare se questo tipo di armi sia stato usato. Gli Usa, con la loro proposta, intendono assegnare proprio quell'incarico al panel che hanno proposto di istituire. Il previsto scontro al Consiglio di sicurezza Onu si verifica dopo gli avvertimenti del presidente Donald Trump, che ha annunciato ci sarà "un grave prezzo da pagare" per l'attacco di Douma, prevedendo ieri (lunedì) di prendere una decisione su una risposta entro 24-48 ore. Ha aggiunto, a proposito di un'eventuale azione militare, che "nulla è escluso". All'avvertimento si è unita la Francia, che si è nuovamente dichiarata pronta a una "risposta" se la "linea rossa" dell'uso di armi chimiche fosse stata superata da Damasco. Trump e l'omologo francese Emmanuel Macron hanno parlato al telefono e promesso una "reazione ferma" contro il regime, lasciando intravedere la possibilità di un'azione congiunta. Poi l'americano ha parlato con la premier britannica Theresa May, concordando che "non sarà consentito che l'uso di armi chimiche continui". Ad aprile dello scorso anno, Trump aveva lanciato un attacco con missili contro una base aerea del regime, dopo un attacco con armi chimiche che l'Onu aveva attribuito a Damasco. Mosca, che ha parlato dell'attacco chimico come di una "invenzione" pretestuosa per attaccare, ha messo in guardia sul fatto che un'azione militare sarebbe "molto, molto pericolosa". Il segretario generale Onu, Antonio Guterres, ha parlato di attacco "ripugnante" e affermato serva "un'approfondita indagine che usi competenze imparziali, indipendenti e professionali". L'Onu non ha un organo d'inchiesta sugli attacchi chimici in Siria dalla fine del 2017. A novembre, infatti, Mosca aveva usato il diritto di veto per bloccare il rinnovo delle indagini del panel costituito da Opac e Onu, chiamato Joint Investigative Mechanism (Jim) e incaricato di identificare i responsabili degli attacchi chimici. Nella 'spirale' siriana si inserisce anche il raid su una base area del regime vicino a Homs, in cui sono morti 14 combattenti tra cui alcuni iraniani, attribuito da Mosca e Teheran a Israele. L'Iran ha promesso una "risposta" e Israele ha affermato che "non permetterà l'ingerenza in Siria agli iraniani, non importa a quale costo".

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