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Quel francese piccolo piccolo che ci ha portato solo danni

Marcello Veneziani
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E dire che a noi piaceva Nicolas Sarkozy quando andò all'Eliseo. Piaceva il suo gollismo del terzo millennio, il suo nazionalismo francese benché di origini ellenico-magiare, il suo piglio decisionista, un po' napoleonico anche nella statura e un po' mandrillo con le femmes. Lo invidiavamo alla Francia, ne avremmo voluto uno come lui in Italia, anziché un piazzista come Berlusca e un vuoto a perdere come Fini. E un po' gli invidiavamo Carla Bruni, la mitica Carlà, il suo corpo, la sua voce sensuale, quando non canta, le sue movenze seducenti, i suoi sguardi perfidi e allusivi, la sua magnifica veduta posteriore. E dire che a noi infastidiva il colonnello Gheddafi, sua sbruffoneria e il suo dispotismo, il male che aveva fatto agli italiani, cacciati e derubati, e poi la sua ridicola divisa da generale delle guardie campestri e la sua guapperia con le donne, i sudditi, gli ambasciatori, trattati tutti come scimmie, datteri e cammelli. Persino Berlusconi che si credeva dio, fece al colonnello il baciamano e lo ospitò a Roma con tutti gli onori allestendogli una parata imperiale e una tenda da circo. E invece, alla resa dei conti, il malfattore infido è apparso Sarkozy e la vittima leale appare ora il povero Gheddafi... SE VUOI CONTINUARE A LEGGERE CLICCA QUI

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