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Brexit, c'è la data: Gran Bretagna via dall'Ue il 29 marzo 2019

La premier inglese Theresa May

Ma l'opinione pubblica si divide: il 47% dei cittadini è contrario

Silvia Sfregola
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Il Regno Unito lascerà l'Ue il 29 marzo 2019, alle 23. Lo ha stabilito il governo di Theresa May, che nella notte ha presentato un emendamento alla legge sulla Brexit contenente un impegno formale sulla data del divorzio da Bruxelles. May ha poi avvertito che "non tollererà" tentativi di minare la legge da parte di membri filo-Ue del suo partito. Il testo sarà discusso e votato dalla Camera dei Comuni la prossima settimana. L'emendamento costringe, di fatto, i deputati pro-europei a dichiarare pubblicamente se si oppongono all'uscita dall'Ue nel marzo 2019. Sul Telegraph la premier ha ammonito i parlamentari, chiedendo di non usare il passaggio in aula del disegno di legge per cercare di "rallentare o fermare" l'uscita della Gran Bretagna dall'Ue. In Gran Bretagna, però, l'opinione pubblica resta divisa. Secondo un recente sondaggio effettuato da YouGov, il 47% dei sudditi della Regina Elisabetta pensa che la Brexit sia stata una scelta sbagliata contro un 42% ancora convinto di aver preso la decisione giusta a 16 mesi dal referendum. Nel dibattito è intervenuto anche lord John Kerr, uno degli autori dell'articolo 50 del Trattato sull'Unione Europea. "Possiamo cambiare idea in qualsiasi momento nel corso del processo" ha assicurato in un discorso a Londra. Le parole di lord Kerr sono state riportate dal sito Open Britain, favorevole alla permanenza del Regno Unito nell'Ue. "Abbiamo ancora tutti i diritti di uno Stato membro - ribadirà lord Kerr - incluso quello di cambiare idea". Non sembra essere d'accordo la Commissione europea che ha dichiarato che la clausola non può essere revocata. In realtà, dietro le dichiarazioni ufficiali, un rientro del Regno Unito nell'alveo dell'Unione sarebbe accolto positivamente anche se potrebbe richiedere l'accordo di tutti i suoi membri. A rendere più incerto il quadro contribuisce anche la fragilità del governo di Theresa May, che nell'ultima settimana ha perso due ministri per due diversi scandali. Il Partito Conservatore della premier è diviso sul tema della Brexit. Da qui la necessità per May di fissare nel disegno di legge in discussione in parlamento una 'scadenza'. Secondo quanto riportato ieri dal quotidiano The Times, i leader europei stanno comunque valutando tutte le soluzioni: dall'uscita britannica dall'Ue senza un accordo o in modo disordinato all'ipotesi di una clamorosa retromarcia sulla Brexit con la convocazione di nuove elezioni generali.

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