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Terrore a Londra, la studentessa italiana: "Sentivo le urla e le sirene della polizia, avevamo paura"

Costanza Cerasi
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"Le urla, la polizia, il rumore dell'elicottero e il caos". È una giovane italiana che vive e studia a Londra a raccontare a Il Tempo gli attimi di terrore in cui la capitale inglese è ripiombata ieri notte. Aveva deciso di non andare più a cena fuori a "Coppa Club", un ristorante vicino al London Bridge, dove si è scatenato l'inferno, ma di restare a casa con gli amici davanti alla tv quando all'improvviso è apparso sui cellulari quel messaggio della BBC (British Broadcasting Company) che parlava di allerta terrorismo. "Non capivamo cosa stesse succedendo - racconta - Poi dalla finestra abbiamo sentito il rumore delle sirene della polizia e abbiamo iniziato ad avere paura". A casa con loro è arrivato, poco dopo l'attentato, anche un altro amico che si trovava vicino al luogo dell'attacco: "Lo abbiamo ospitato ed è rimasto con noi finché non è finito tutto". Così, incollati davanti alla tv, hanno seguito il telegiornale che raccontava minuto per minuto quegli attimi drammatici. "I miei amici sono andati via intorno alle 2 di notte in cerca di un taxi - dice la giovane italiana - io sono rimasta affacciata alla finestra a fissare le strade deserte avvolte, dopo quell'inferno, in un silenzio assordante pensando che se fossi uscita sarei potuta morire". Dopo gli attacchi di Westminster e Manchester la Gran Bretagna ripiomba ancora nell'incubo terrorismo mentre la premier Theresa May conferma le elezioni dell'8 giugno e, a Downing Street, annuncia con durezza: "Abbiamo tollerato abbastanza".

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