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Brexit, l'Inghilterra ha deciso: il 29 marzo via all'iter per uscire dall'Unione Europea

Silvia Sfregola
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Il Regno Unito comunicherà formalmente il 29 marzo all'Unione europea l'intenzione di lasciare il blocco comunitario. L'annuncio è arrivato da Downing Street, secondo cui la premier conservatrice Theresa May invierà la lettera con la notifica formale al Consiglio europeo, attivando così la clausola d'uscita prevista dall'articolo 50 del Trattato di Lisbona. Potranno a quel punto cominciare i negoziati per il divorzio, che potranno durare due anni (salvo proroghe) e quindi entro il 2019 sancire il distacco, deciso dal 52% dei britannici nel referendum del 23 giugno scorso. Subito dopo l'annuncio di Londra, è arrivata la risposta dell'Ue: "Dalla nostra parte tutto è pronto", "stiamo aspettando la lettera", ha detto il portavoce della Commissione, Margaritis Schinas. Ciò mentre l'Ue affronta spinte interne nazionaliste e populiste, anti-establishment e anti-migranti, e vuole evitare che altri Paesi seguano l'esempio britannico. E mentre questa settimana inizieranno le celebrazioni per il 60esimo anniversario del Trattato di Roma, adottato il 25 marzo 1957. Il governo May ha annunciato che il presidente del Consiglio europeo, Donald Tusk, è stato informato dal rappresentante permanente britannico all'Ue Tim Barrow della data in cui Londra intende attivare l'articolo 50 e che porterà al distacco dall'Ue il 29 marzo 2019. Quello stesso giorno della prossima settimana, al termine della sessione settimanale di domande alla Camera dei Comuni, May farà una dichiarazione al Parlamento per informare della "formal notice" inviata a Bruxelles. La conservatrice, succeduta a David Cameron, rispetterà così l'impegno di innescare il processo di uscita entro la fine di marzo. Per poterlo fare, ha dovuto ottenere come stabilito dalla Corte suprema l'autorizzazione del Parlamento con una legge ad hoc, che ha ricevuto giovedì il "Royal assent" della regina Elisabetta II. Il ministro per la Brexit, David Davis, che sarà incaricato dei futuri negoziati con l'Ue, ha commentato l'annuncio sottolineando che Londra spera di creare una relazione "positiva" con i 27. Il popolo del Regno Unito ha preso la storica decisione di uscire dall'Ue", ha scritto in una nota. "Il governo - ha proseguito - è chiaro sui suoi obiettivi: un accordo che funzioni per ogni nazione e regione del Regno Unito, e certamente per tutta l'Europa. Una relazione nuova positiva, tra Londra e i nostri amici e alleati dell'Ue". Secondo le previsioni, il Consiglio europeo risponderà alla notifica entro due giorni, convocando poi un vertice straordinario dei 27. Il portavoce della Commissione ha detto che tutto è pronto e ha precisato che dopo la comunicazione formale renderà pubbliche le raccomandazioni per i negoziati. Che saranno difficili, sui temi dei legami commerciali, della collaborazione sulla sicurezza, della gestione dell'immigrazione. Ma lo saranno anche perché nel frattempo si sono esacerbate le divisioni interne al Paese, che già il referendum aveva mostrato. In primis, la volontà degli scozzesi di restare nell'Ue. I nazionalisti scozzesi, infatti, tramite la premier locale Nicola Sturgeon, hanno promesso un nuovo referendum sull'indipendenza. E spinte analoghe sono arrivate anche dall'Irlanda del Nord, dove il partito Sinn Fein ha detto di volere un referendum per lasciare il Regno Unito e unirsi all'Irlanda "il più presto possibile".

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