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Turchia, il killer di Capodanno: volevo colpire a piazza Taksim

Masharipov confessa alla polizia: troppa sorveglianza, club Reina scelto dal taxi

Davide Di Santo
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La strage di Capodanno a Istanbul è stata un piano B. Abdulkadir Masharipov, l'autore del massacro al Club Reina della capitale turca in cui morirono 39 persone, ha ammesso che il suo piano iniziale era colpire durante i festeggiamenti in piazza Taksim, nel centro della città. Lo rende noto il quotidiano Hürriyet. L'uomo ha spiegato di non essere riuscito nel suo intento iniziale a causa delle forti misure di sicurezza dispiegate per la notte di Capodanno in piazza Taksim, dove per festeggiare il nuovo anno si erano riversate migliaia di persone. Masharipov, cittadino uzbeko, ha dichiarato che "un emiro dello Stato islamico" nella città di Raqqa gli aveva ordinato di effettuare la strage nel centro di Istanbul. "Sono andato in piazza Taksim ma c'erano troppe misure di sicurezza. Sono entrato in contatto con la persone che mi aveva dato l'ordine e mi disse di cercare un nuovo obiettivo nella zona. Ho percorso la costa in taxi. Il club Reina mi è sembrato il luogo ideale. Lo chiesi alla persone di Raqqa e lui mi dato l'ok", ha confermato l'uomo di origine uzbeka.   Secondo le indagini, Masharipov entrò in Turchia dall'Iran a gennaio del 2016 per unirsi alla guerra in Siria e poco dopo si insediò nella città di Anatolia de Konya, dove ricevette l'ordine di effettuare l'attacco. "Non mi uccidete", è stata la prima cosa detta da Masharipov alla polizia quando è stato arrestato in un appartamento del quartiere Esenyurt di Istanbul. Insieme a lui un uomo di origine irachena, Ali Jameel Mohammed, e tre donne: Dina A., del Senegal; Aysha M, proveniente dalla Somalia, e Tenee Trare, egiziana. Anche la moglie e la figlia dell'uzbeko sono state arrestate in una casa nel quartiere di Pendik la scorsa settimana, mentre il figlio di 4 anni, che in un primo momento si pensava essere con il padre, è stato portato in un altro luogo prima dell'arresto.

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