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Strage di Berlino, si indaga sui contatti di Amri Fermato in Tunisia il nipote del terrorista

Anis Amri ucciso nella sparatoria  a Sesto San Giovanni nel Milanese

Faceva parte di una cellula jihadista e avrebbe aiutato il terrorista a eludere i controlli prima dell'attacco. I due chattavano su Telegram

Silvia Sfregola
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All'indomani dell'uccisione dell'attentatore del mercatino di Natale di Berlino in una sparatoria con la polizia italiana a Milano, l'attenzione si concentra sulla sua rete di contatti, alla ricerca di eventuali complici. In Tunisia è stato arrestato nella notte il nipote di Anis Amri, accusato fra l'altro di avere giurato fedeltà allo Stato islamico via Facebook, nell'ambito di un'operazione in cui è stata smantellata una cellula jihadista composta da tre ragazzi. E in Germania intanto si è riacceso il dibattito politico sui migranti: molte voci si sollevano dalle file dei conservatori della cancelliera Angela Merkel per chiedere di porre un freno agli arrivi di rifugiati, introducendo un tetto annuo, e facilitare le espulsioni. La cellula jihadista smantellata in Tunisia, di cui facevano parte tre giovani fra i 18 e i 27 anni tra cui il nipote di amri, era attiva tra Fouchana, nel governatorato di Ben Arous, e Oueslatia, in quello di Kairouan. Secondo quanto ha riferito il ministero dell'Interno tunisino, in un interrogatorio il nipote dell'attentatore di Berlino ha riconosciuto di essere stato in contatto con lo zio tramite Telegram e ha spiegato che lo steso amri gli aveva inviato soldi, utilizzando una falsa identità, per aiutarlo a raggiungerlo in Germania e unirsi alla cellula diretta dall'emiro Abu Alaa. In Germania a fare discutere è soprattutto il fatto che Anis Amri, tunisino, si trovava nel Paese da luglio del 2015 e la sua richiesta di asilo era stata respinta a luglio di quest'anno, ma per mancanza di cooperazione con le autorità tunisine non era stato possibile espellerlo come invece voleva la Germania. Il dibattito politico, dunque, adesso si concentra sul come sia potuto succedere che Amri, che dopo il suo arrivo in Germania era stato schedato dai servizi segreti in quanto "pericoloso" e seguito per sette mesi a causa dei suoi contatti con soggetti radicali, sia potuto rimanere sul territorio tedesco e abbia potuto compiere poi l'attacco di lunedì 19 dicembre al mercatino di Natale di Berlino, in cui sono morte 12 persone. L'intelligence marocchina, fra l'altro, assicura di avere avvertito due volte gli omologhi tedeschi e, secondo il "New York Times", gli Stati Uniti avevano inserito il nome di Amri in una lista nera.

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