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Trump sceglie Pompeo alla Cia e Flynn alla Sicurezza

Katia Perrini
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Donald Trump mette a punto la sua squadra. E fa le sue nomine alla Cia e alla Sicurezza Nazionale. Il neo eletto presidente degli Usa oltre ad aver offerto la posizione di attorney general al senatore dell'Alabama Jeff Sessions, ha offerto l'incarico di direttore della Cia al deputato repubblicano del Kansas, Mike Pompeo e quello di Consigliere per la Sicurezza Nazionale al generale in pensione Michael Flynn. L'offerta a Sessions è stata formalizzata ieri e il senatore sta lavorando con il suo staff per preparare l'annuncio ufficiale. Prospettata già da giorni, la sua nomina ha suscitato polemiche da parte di chi ha ricordato che il 69enne senatore, che è stato uno dei primi repubblicani del Congresso a schierarsi con Trump, negli anni Ottanta dovette rinunciare alla nomina a giudice federale a causa di accuse di comportamenti e dichiarazioni razziste nei confronti degli afroamericani. Pompeo, 52enne membro del Tea Party ed è alla Camera dal 2011, ha accettato l'incarico di direttore della Cia. Il nuovo Consigliere per la Sicurezza Nazionale, Michael Flynn, generale a riposo di grande esperienza, oltre alle tre stelle sulle sue mostrine può vantare successi decisivi nello smantellamento delle reti degli insorti in Afghanistan ed Iraq. Ma alla Casa Bianca arriva dopo essersi attirato le critiche di molti, anche al Pentagono, per le sue posizioni filo Russia, che lo hanno messo in sintonia con il suo futuro boss, e le sue posizioni anti-Islam, che sarebbero state all'origine, a sua detta, dello strappo con Barack Obama. Senza contare che l'uomo che avrà un ruolo centrale nel consigliare un presidente privo di esperienza, si è espresso in favore all'estradizione di Fetullah Gulen, il religioso turco che vive in Pennsylvania ed è stato accusato dalle autorità turche di aver fomentato il golpe della scorsa estate. «Il suo vasto network ha tutte le caratteristiche per corrispondere alla descrizione di una pericolosa cellula dormiente» terroristica ha scritto il generale. Lo staff di Trump disse che si trattava di opinione personali di Flynn il quale non avrebbe neanche reso noti i contratti della sua società di lobby con gruppi legati al governo di Ankara. Flynn era stato scelto da Obama nel 2012 per guidare la Defense Intelligence Agency, l'intelligence militare, ma fu costretto a lasciare l'incarico nell'agosto del 2014 per tensioni e divergenze con la Casa Bianca. Flynn non reagì con disciplina militare ed in diverse occasioni attaccò in pubblico comandante in capo. E da allora si è distinto per una serie di dichiarazioni, ed azioni, non in linea con al politica estera e di sicurezza dell'amministrazione. Sorprese tutti infatti il suo viaggio lo scorso anno a Mosca quando apparve al fianco di Vladimir Putin ad un gala per una televisione filo Cremlino, Rt, una ricca "photo opportunity" per il presidente russo in un momento di tensione con Washington. Comportamenti che suscitarono critiche da parte si vertici militari aumentate quando Flynn, lasciando il decoro che tradizionalmente si aspetta da un generale in pensione, è diventato un acceso sostenitore, in tv e sui palchi dei comizi con i fan che urlavano "in galera" rivolti alla Clinton, della campagna di Trump. Uno dei principali censori del suo comportamento è stato il generale a riposo Stanley McChristal, che aveva voluto Flynn al suo fianco a capo dell'intelligence militare in Iraq ed Afghanistan. Insieme all'ammiraglio Michael Mullen, ex capo degli Stati Maggiori Riuniti, Stanley contattò Flynn per avvisarlo che il suo comportamento, le sue continue comparsate in tv per parlare a difendere Trump ed attaccare Obama, avrebbero potuto mettere a rischio la fiducia della Casa Bianca nei militari. Flynn replicò alle critiche, affermando: «quando qualcuno dice, sei un generale devi stare zitto, io rispondo, ma devo smettere di essere americano?». Nella stessa intervista al Washington Post, il generale, da sempre democratico, nato in Rhode Island in una famiglia di militari, avvisò del rischio per gli Stati Uniti rappresentato da una «componente malata» dell'Islam. «Sta succedendo qualcosa nel mondo islamico - disse - per quale motivo dobbiamo rafforzare la sicurezza nei nostri aeroporti? Non è perché sta crollando la chiesa cattolica». Ed a febbraio ha postato un video su Youtube in cui affermava: «la paura dei musulmani è razionale». Affermazioni che sono all'origine delle critiche arrivate dai gruppi per i diritti civili, allarmati anche dal fatto che il generale non abbia voluto prendere le distanze dalle promesse di Trump di reintrodurre il water boarding e gli altri metodi di interrogatorio brutale ed addirittura uccidere o catturare i parenti dei sospetti terroristi. Intervistato da al Jazeera, Flynn si è limitato a dire di «credere che si debbano lasciare molte opzioni sul tavolo fino all'ultimo minuto». «Michael Flynn ha mostrato un profondo disprezzo per le leggi internazionale, compresa la convenzione di Ginevra e le leggi che proibiscono la tortura», ha affermato John Sifton di Human Rights Watch. 

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