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Pakistan al voto tra le violenze

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Due attentati a Karachi poco dopo l'apertura dei seggi. Almeno 10 morti e una ventina di feriti. Un'altra bomba è esplosa a Peshawar. Elezioni storiche: per la prima volta la legislatura è arrivata alla scandenza naturale senza colpi di Stato

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Sono elezioni storiche quelle in corso in Pakistan, purtoppo segnate da una lunga scia di violenze. Seggi aperti per un voto che segna una transizione democratica dopo la prima legislatura conclusa alla scadenza naturale del mandato senza colpi di Stato o omicidi politici ai vertici. Sono 86 milioni gli elettori chiamati a rinnovare l'Assemblea nazionale e quattro assemblee provinciali, Khyber Pakhtunkhwa, Punjab, Sindh e Belucistan. Si vota in 73.000 sezioni con 600.000 tra militari e poliziotti a proteggere le operazioni, dopo le minacce dei talebani che hanno dichiarato che chiunque esprimerà il proprio voto è «condannato» a morte. E purtroppo il sangue ha segnato le prime ore di votazioni a Karachi, dove ci sono state due esplosioni. L'attentato più grave era diretto contro un candidato del partito laico Awami National Party. Una bomba è esplosa al passaggio della sua auto: il candidato è uscito illeso dall'attacco ma ci sono diverse vittime. Pesantissimo il bilancio, ancora provvisorio, dei due attentati: almeno 10 i morti e 21 i feriti. Due feriti sarebbero in condizioni gravi secondo fonti mediche. Sono solo gli ultimo attentati in ordine di tempo in una campagna elettorale segnata da brutali violenze che hanno provocato più di 120 morti. Un nuovo attentato si è verificato poco dopo le 9 ora italiana a Peshawar, nel nordovest del Paese. Una bomba esplosa all'esterno di un seggio ha provocato almeno un morto e una decina di feriti.

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