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Si spacca la lobby delle armi negli Stati Uniti

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La seconda associazione del settore ha deciso di appoggiare il testo sui controlli che sarà discusso da domani al Senato

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Mentre è sempre molto acceso il dibattito negli Stati Uniti sul controllo delle armi, si registra una prima spaccatura nel fronte della lobby che ne difende il possesso e l'uso. Citizens Committe for the Right to Bear Arms, seconda associazione del settore dopo la potente Nra (National Rifles Association), ha infatti espresso pubblicamente il suo sostegno al testo che verrà presentato in Senato per l'estensione dei controlli di idoneità per chi acquista armi. Il testo, messo a punto dal democratico Joe Manchin e dal repubblicano Patrick Tomney, rappresenta una soluzione di compromesso bipartisan: i controlli di idoneità, ora previsti solo per le vendite presso i negozi, saranno estesi anche alle vendite online e alle fiere degli armamenti ma non alle vendite fra privati. «Abbiamo deciso di appoggiarlo perchè è la cosa giusta da fare», afferma Julianne Versnel, direttore operativo del Citizens Committe. E il presidente dell'associazione, Alan Gottlieb, ha inviato una mail agli aderenti, spiegando i vantaggi del testo, fra cui il divieto di un registro nazionale di tutti i possessori delle armi e maggiori possibilità di portare le armi da uno stato all'altro. Il Citizens Committe conta 650mila aderenti, molto meno dei quattro milioni vantati dalla Nra, ma la sua presa di posizione è un altro segno del cambiamento dell'opinione pubblica sull'onda della forte campagna lanciata dal presidente Obama dopo il massacro di Newtown. Il Senato aprirà domani il dibattito sul testo che, pur con diversi emendamenti, potrebbe passare se otterrà i voti di almeno sei repubblicani. Dopo dovrà affrontare lo scoglio più arduo della Camera a maggioranza repubblicana. Appare invece più difficile l'approvazione di misure sul bando alle armi d'assalto e sulla limitazione delle munizioni nei caricatori.

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