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Elezioni 2018, rispetto a 5 anni fa ha retto l'affluenza alle urne

È diminuito il divario tra nord e sud del Paese

Valentina Pelliccia
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di Valentina Pelliccia

In questo contesto di astensionismo diffuso e di attivismo di una ridotta porzione di elettori, si temeva il tonfo. Questa campagna elettorale era stata definita infatti "una delle peggiori di sempre" da larga parte dei sondaggisti italiani. Invece, alla fine il dato sulla partecipazione è stato pari a circa il 73%. Si è riscontrato solo un calo di due punti percentuali rispetto alle Politiche del 2013, quando però le urne furono aperte per due giorni. In particolare, per la Camera ha votato il 72,93% degli aventi diritto. In calo del 2,31 rispetto alle precedenti Politiche. Per il Senato invece il 73,01%, in calo del 2,27% rispetto al dato del 2013. Per avere un quadro completo manca all'appello solo il Comune di Marino che non ha ancora inviato i dati al Viminale per problemi nello spoglio. Per quanto riguarda la percentuale dei votanti per le Regionali del Lazio il dato, parziale (375 Comuni su 378), è del 66,47%. Definitivo, invece, quello della Lombardia, pari al 73,14%, contro il precedente 74,18%. Alle 12 l'affluenza registrata è stata pari al 19,43% (dati relativi alla Camera). Il dato, rilevato dal Ministero dell'Interno, è aumentato del 4,4% rispetto all'affluenza alle ore 12 nelle ultime elezioni politiche nazionali. Alle politiche del 13 Aprile 2008, invece, i votanti furono alla stessa ora il 16,5%. Alle 19 è stata pari al 58,46%. Si riscontra una diminuzione del divario di circa 15 punti fra le regioni del centro Nord e quelle del Mezzogiorno. Infatti, secondo l'analisi dell'Istituto Cattaneo, nel 2013 si erano registrati venti punti di scarto fra la prima regione per affluenza (Emilia Romagna, 82,1%) e l'ultima (Calabria, 63,2%). Questo, secondo lo studio, a causa della crescita del M5S. Molti rallentamenti sono stati riscontrati in tutta Italia nel corso della giornata ai seggi, a causa del nuovo sistema dei bollini antifrode: ogni scheda infatti, ad eccezione di quelle per le Regionali, aveva un tagliando da rimuovere alla consegna e confrontare all'uscita della cabina. Si sono riscontrati vari disagi: ad esempio, a Roma in un seggio dei Parioli il voto è stato sospeso per schede sbagliate per Camera e Senato; a Palermo si sono registrati ritardi perché erano stati inseriti candidati di un altro collegio a causa di un errore nella perimetrazione dei collegi da parte del Comune. Schede sbagliate anche nel collegio di Rivolta Bormida e Castelnuovo Bormida, in provincia di Alessandria. Errori sulle schede del Pd a Mantova. In base agli ultimi dati, si sono registrati, regione per regione, i seguenti dati relativi all'affluenza: Val d'Aosta 72,27%, Piemonte 75,16%, Lombardia 76,81%, Trentino Alto Adige 74,32%, Friuli Venezia Giulia 75,10%, Veneto 78,66%, Liguria 71,95%, Emilia Romagna 78,22%, Toscana 77,33%, Marche 77,26%, Umbria 77,95%, Lazio 72,60%, Abruzzo 75,24%, Molise 71,72%, Campania 68,19%, Puglia 69,02%, Calabria 63,76%, Basilicata 71,22%, Sicilia 62,75%, Sardegna 65,39%. I dati dell'affluenza alle 23 forniti dal Ministero dell'Interno e suddivisi per ogni capoluogo di regione sono i seguenti: Aosta 71,01%, Torino 73,22%, Milano 73,27%, Bolzano 74,28%, Trento 78,86%, Trieste 69,97%, Venezia 73,76%, Genova 70,74%, Bologna 75,87%, Firenze 78,19%, Ancona 75,36%, Perugia 78,53%, Roma 71,62% (non definitivo), L’Aquila 76,47%, Campobasso 73,16%, Napoli 60,51%, Bari non disponibile, Catanzaro 63,73%, Potenza 75,14%, Palermo 60,42%, Cagliari 68,14%. In base ai dati della rilevazione effettuata alle 12 dal Ministero dell'Interno è stato Acquaformosa , in Calabria, il Comune con la più alta affluenza alle urne, pari al 26,1%. La percentuale più alta di partecipanti al voto è stata la Liguria, alle 12, con il 21,45%, rispetto al 19,43% del dato nazionale. Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha votato poco dopo le 8.30, nella sezione 535 della scuola Giovanni XXIII del quartiere Libertà a Palermo, dimenticando di ritirare il documento d'identità. Tra gli altri imprevisti, Bersani ha votato a Piacenza e, per errore, ha infilato direttamente le schede nelle urne. Alessandro Di Battista, a Roma, si è presentato al seggio sbagliato. Spiacevole fuori programma per Silvio Berlusconi, contestato da un'attivista Femen, a Milano in via Scrosati mentre stava per votare. Il segretario del Pd Matteo Renzi ha votato alle 9,22 a Firenze al seggio del liceo classico Machiavelli, in Borgo Santo Spirito. Il candidato premier del M5s Luigi Di Maio ha votato a Pomigliano. Il leader della Lega Matteo Salvini è stato uno degli ultimi a votare.

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