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Bankitalia, le ultime considerazioni da governatore: l'addio di Visco

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Con le sue ultime considerazioni da governatore di Banca d'Italia, Ignazio Visco si appresta a lasciare "l'istituzione 'speciale' che ho servito, con ruoli diversi, per un cinquantennio". Nominato il 1 novembre 2011, l'economista napoletano, classe 1949, terminerà il suo secondo mandato quest'autunno: la corsa alla successione è apertissima, il nome più citato, ma non scontato, è quello di Fabio Panetta, oggi alla Bce. Ma in un mondo in cui "continueranno a emergere nuove forme di organizzazione del lavoro e della società, nuovi stili di vita, nuovi modi di cooperare" di cui "bisognerà essere consapevoli, innanzitutto a livello individuale, puntando come da tempo diciamo, sulla curiosità, lo studio, la conoscenza", è su questa consapevolezza che Bankitalia "saprà fondare il suo operato anche negli altri a venire", dice il governatore. "Abbiamo sempre presente la necessità di fondare valutazioni e decisioni su informazioni e analisi il più possibile ampie e accurate", evidenzia citando Bonaldo Stringher, "con l'intento esclusivo, in comune, non in dissidio, con lo Stato, 'di migliorare le condizioni dell'attività nazionale e di migliorarne le sorti'".

La consapevolezza della necessità di farsi guidare da curiosità, studio e conoscenza deve essere comune, dice ancora Visco che cita il Convivio Dantesco, 'dice lo Filosofo che l'uomo naturalmente è compagnevole animale', perché "problemi come la riduzione del debito pubblico o l'adozione di stili di vita coerenti con la difesa dell'ambiente richiedono che la società li comprenda e faccia propri, non perché 'ce lo chiede l'Europa', ma perché ci schermano dai rischi e dischiudono opportunità".

Non siamo però solo 'animali sociali', ricorda con un'altra citazione di Yuval Noah Harari, secondo cui ci contraddistingue la capacità 'non solo di immaginare le cose, ma di farlo collettivamente'. "Questa capacità di immaginare il futuro sarà cruciale", è la conclusione del governatore, e "spetta proprio ai più giovani, meno condizionati dal passato, immaginare quel mondo, individuarne le opportunità" per cui "Andranno ascoltati, aiutati dalle altre generazioni a formarsi, senza vincoli, per tradurre in interventi realistici gli schemi che sapranno elaborare per un mondo futuro, non più povero, ma più sicuro e più giusto".

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