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“Credit Suisse doveva fallire”. Parla il senatore svizzero: inaccettabile salvare il cda

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«È inaccettabile che il consiglio d’amministrazione di Credit Suisse la faccia franca». La denuncia è di Thomas Minder, membro del Consiglio degli Stati della Svizzera e padre dell’iniziativa contro le remunerazioni abusive, secondo cui i membri del cda dovrebbero essere severamente puniti in casi del genere. Il senatore critica anche il salvataggio da parte di Ubs: «La banca andava lasciata fallire». «Non è accettabile che queste persone non vengano perseguite in caso di errori e colpe di questo tipo», afferma Minder in una intervista al Blick. Per il consigliere agli Stati sciaffusano (indipendente, ma nel gruppo Udc) «non si tratta di sola stupidità, ma di energia criminale». «Se avessi abbastanza soldi, lancerei una nuova iniziativa popolare», afferma. Finora, ha proseguito Minder evocando il salvataggio di Ubs nel 2008 e il «grounding» di Swissair nel 2001, nessuno ha dovuto rendere conto di quanto accaduto. «Ci vorrebbe una responsabilità degli organi dirigenti che coinvolga anche il loro patrimonio privato». 

 

 

Alla domanda se l’Autorità federale di vigilanza sui mercati finanziari (Finma) o la Banca nazionale non avrebbero dovuto intervenire prima, Minder risponde sottolineando che «la responsabilità primaria spetta al consiglio di amministrazione di Credit Suisse», che deve ora assumersi le proprie responsabilità. Minder critica invece pesantemente la Confederazione elvetica. Berna, invece di risolvere il problema del «too big to fail», acconsente a che due giganti si fondano per creare qualcosa di ancora più grande. «Eppure sono le grandi banche a far vacillare l’economia globale», sostiene. 

 

 

Per Minder la messa a disposizione di soldi pubblici è «un errore enorme». La Confederazione non avrebbe dovuto salvare «un’azienda così idiota!». Secondo il senatore non ci sono dubbi: «Una banca deve poter fallire, come tutte le altre imprese». Per Minder l’accordo annunciato domenica «è quasi un esproprio per il tramite del diritto d’urgenza». Tutti ne subiranno le conseguenze, perché anche l’Avs e le casse pensione hanno investito in Credit Suisse. «Io stesso detengo alcune azioni per poter esprimermi all’assemblea generale. Ma il cda è il primo responsabile di questo disastro», sostiene Minder, che usa toni molto duri dopo il crack bancario. 

 

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