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Tassi in aumento, mutui mai così alti: schizzano gli interessi

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Gianluca Zapponini
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Lo si potrebbe chiamare effetto Lagarde. Stretta dopo stretta, rialzo dopo rialzo, ecco che la sterzata monetaria della Bce, decisa nel pieno della scorsa estate quando già l'inflazione in Europa infuriava da un pezzo, continua a condizionare il costo del denaro per famiglie e imprese. La prova è negli ultimi dati diffusi ieri da Bankitalia, che certificano nuovi aumenti a novembre dei tassi di interesse sui prestiti bancari in Italia. Secondo l'ultima edizione di Banche e moneta: serie nazionali, pubblicata da Palazzo Koch, i tassi di interesse sui prestiti erogati nel mese citato alle famiglie per l'acquisto di abitazioni, ovvero i mutui casa, si sono collocati al 3,55%, a fronte del 3,23% di ottobre. Secondo le tabelle storiche dell'istituzione di Via Nazionale, questa voce è così risalita ai massimi dal giugno del 2014, quando si era registrato un 3,5548%. Non è finita. I tassi sulle nuove erogazioni di credito al consumo hanno infatti intanto raggiunto il 9,25%, rispetto all'8,93% nel mese precedente. In questo caso, rileva Bankitalia, il picco precedente è stato del 9,034%, a settembre 2014.

 

 

Guardando alle imprese, secondo Via Nazionale, in media i tassi di interesse sui nuovi prestiti alle società non finanziarie sono stati pari al 2,94%, dal 2,54% di ottobre, mentre il costo dei prestiti alle imprese per importi fino a un milione di euro sono stati pari al 3,37%. E, ancora, i tassi sui nuovi finanziamenti di importo superiore a questa soglia si sono collocati al 2,67%. Ancora una volta, invece, i costi passivi sul complesso dei depositi in essere sono saliti in misura molto più contenuta, allo 0,42% a novembre a fronte dello 0,37 nel mese precedente. Ora, prestiti più onerosi vuol dire anche un elevato rischio di sofferenze, visto che stare dietro alle rate dei rimborsi è decisamente più complicato. E invece no. Nel medesimo mese di novembre lo stock di crediti bancari difficili si è attestato a 22,4 miliardi di euro complessivi a fronte dei quasi 23 miliardi nel mese di ottobre.

 

 

Le sofferenze sui prestiti alle famiglie, che hanno una consistenza limitata rispetto al volume complessivo, sono leggermente salite a 2,38 miliardi, a fronte di 2,44 miliardi di ottobre. Ora, è difficile pensare che nei prossimi mesi la situazione cambi visto che la corsa dei tassi variabili non sembra destinata a fermarsi, dal momento che la Bce ha già annunciato che nel 2023 continuerà ad aumentare gli indici, con inevitabili ricadute sulle tasche di chi ha un mutuo da pagare. Guardando alle aspettative di mercato, i Futures sugli Euribor, gli esperti prevedono non a caso che entro giugno 2023 l'Euribor a 3 mesi crescerà ancora di quasi un punto e mezzo. In tal caso, la rata mensile del mutuo preso in esame arriverebbe a 718 euro, oltre 260 euro in più rispetto a quello sottoscritto a gennaio.

 

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