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Il caro energia brucia 50 miliardi di risparmi: le bollette si mangiano tutto

Mario Benedetto
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I risparmi degli italiani e delle aziende gravati dalla crisi che ha preso avvio dalla pandemia e prosegue con il caro bollette: dopo circa tre anni di crescita regolare, invertono la tendenza alla crescita e fanno segnare una riduzione di oltre 50 miliardi di euro. Una diminuzione del 2,4% in tre mesi: a luglio, infatti, l'ammontare delle riserve delle famiglie e delle imprese depositate nelle banche del Paese era a quota 2.097 miliardi, mentre a ottobre è calato a 2.047 miliardi. Risultati rivelati da un'analisi del Centro studi di Unimpresa, secondo la quale il calo potrebbe avere qualche ripercussione sulla raccolta degli istituti di credito: potrebbe diventare più costosa quindi, in prospettiva, con effetti negativi rispetto ai tassi di interesse praticati sui prestiti concessi alla clientela. Secondo il Centro studi di Unimpresa, che ha condotto l'analisi sui dati della Banca d'Italia, il totale delle riserve delle famiglie e delle imprese è di 2.047 miliardi di euro a ottobre, in calo di 50 miliardi (-2,4%) rispetto ai 2.097 miliardi di luglio scorso. Fino a quel momento, si era registrata una crescita costante nell'ultimo biennio: 1.823 miliardi a dicembre 2019, 1.956 miliardi a dicembre 2020, 2.050 miliardi a ottobre 2021, 2.075 miliardi a dicembre 2021. Una tendenza all'accumulo che è proseguita per tutto l'anno in corso, per poi invertire la rotta da agosto e calare fino ai 2047 miliardi di ottobre.

 

 

Su base annua, da ottobre 2021 a ottobre 2022, la diminuzione è di 3 miliardi (-0,1%), mentre la variazione complessiva del periodo osservato, da dicembre 2019 a oggi, rivela una crescita di 252 miliardi (+13,8%). I conti correnti sono la forma di accumulo più utilizzata da aziende e cittadini, anche come fonte di risorse cui attingere in caso di liquidità necessaria in tempi brevi: il saldo totale era pari a 1.182 miliardi a fine 2019, a 1.349 miliardi a fine 2020, a 1.449 miliardi a ottobre 2021 e a 1.480 miliardi a dicembre 2021; e ancora in aumento fino a 1.497 miliardi fino a luglio 2022, poi la discesa di 45 miliardi (-3,0%) a 1.452 miliardi toccati a ottobre scorso; la variazione annuale, da ottobre 2021 a ottobre 2022, fa emergere un aumento lieve di 3 miliardi (+0,2%), quella complessiva del periodo osservato porta alla luce una crescita rilevante di 298 miliardi (+25,2%). «Più lineare», conclude Unimpresa, «l'andamento dei saldi totali delle altre forme di deposito e accumulo di liquidità: per quanto riguarda i depositi con durata prestabilita, il saldo era 216 miliardi a dicembre 2019, a 207 miliardi a dicembre 2020, a 186 miliardi a ottobre 2021, a 188 miliardi a dicembre 2021, a 175 miliardi a luglio 2022 e a ottobre scorso».

 

 

Una questione, quella del risparmio, al centro anche del dibattito sulla manovra, per la quale è arrivata l'attesa e importante approvazione dell'Europa. Quest'anno più di un italiano su tre (36 per cento), tra coloro che ricevono la tredicesima, dovrà destinarla per la maggior parte al pagamento proprio di bollette, mutui, rate e tasse come l'Imu in scadenza, come emerge dall'indagine Coldiretti. Restano sullo sfondo le questioni del pos, con il ruolo degli esercenti richiamato da movimenti come Alternativa popolare, che per voce del coordinatore nazionale Bandecchi plaude all'approvazione della manovra e suggerisce un a riflessione sull'abbattimento delle «commissioni interbancarie sui piccoli importi, tenendo conto dell'utilizzo che di questo strumento di pagamento viene abitualmente fatto».

 

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