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Come funziona il tetto massimo al prezzo del gas, arriva il price cap ma...

Gianni Di Capua
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La Commissione europea ha finalmente svelato la sua proposta ufficiale (e legislativa) di tetto al prezzo del gas. Il meccanismo riguarderà solo i futures del Ttf di Amsterdam, sarà limitato per un anno (dal primo gennaio 2023), e soprattutto sarà condizionato a rigidi parametri che ne renderanno l'applicazione altamente improbabile se non impossibile. Entrerà in azione solo se saranno soddisfatte due condizioni: che il prezzo dei futures gas nel Ttf di un mese superi i 275 euro per megawattora per due settimane e che l'aumenti generi una differenza di oltre 58 euro rispetto al prezzo di riferimento del gas naturale liquefatto (Gnl) per dieci giorni consecutivi. «Non è un intervento per fissare i prezzi di mercato a una soglia artificialmente bassa. È un meccanismo di ultima istanza per prevenire livelli di prezzo eccessivi non allineati con i prezzi globali», ha precisato la commissaria europea per l'Energia, Kadri Simson.

La proposta prende come riferimento lo scorso agosto, quando i Paesi Ue si erano precipitati ad acquistare il gas per riempire gli stoccaggi prima dell'inverno e il Ttf è volato al record di 349 euro a megawattora. Attualmente è sceso a 116 euro, ancora lontano dai 15 euro di due anni fa. Tuttavia non sarà facile convincere gli Stati ad approvare questa proposta che la Commissione ritiene equilibrata ma che sicuramente non risponde al «corridoio» o «tetto dinamico» che diversi Paesi, tra cui l'Italia, chiedevano da mesi. «È un segnale ma se sarà sufficiente lo vedremo», ha commentato il commissario europeo all'Economia, Paolo Gentiloni. Il testo sarà al tavolo della riunione straordinaria del Consiglio Energia. Ma è escluso che già in quell'occasione si arrivi a un'approvazione. Anche se per avere la proposta sul tavolo, spiegano fonti diplomatiche, diversi Stati avevano minacciano la Commissione di non approvare i testi su acquisti congiunti di gas, solidarietà energetica e accelerazione dei permessi per le energie rinnovabili. Oltre alle condizioni di prezzo e di spread, per l'attivazione del price cap sarà necessaria l'autorizzazione di diversi enti.

Qualora l'Acer, l'Agenzia per la cooperazione fra i regolatori nazionali dell'energia rilevi che le condizioni sono soddisfatte, ne informerà la Commissione, la Banca centrale europea (Bce) e l'Autorità europea dei mercati finanziari (Esma), che verificheranno l'assenza di rischio per la sicurezza dell'approvvigionamento o per la stabilità del mercato finanziario. Una volta in funzione, il tetto verrebbe disattivato se le condizioni non fossero più soddisfatte e prevede anche una «robusta clausola sospensiva» che consente alla Commissione di neutralizzarlo «in minuti» se qualcosa andasse storto.

Si tratta - ammettono fonti Ue - in sostanza di un meccanismo progettato in modo da non dover mai essere utilizzato e con garanzie sufficienti per i Paesi riluttanti (vedi Germania e Paesi Bassi) a intervenire sul mercato per scendere a compromessi per paura che i produttori smettano di vendere gas all'Ue. Non sarebbe entrato in vigore nemmeno durante il picco dello scorso agosto, visto che non ha superato la soglia di 275 euro per due settimane consecutive. E l'Italia, infatti, «non è soddisfatta» dalla proposta della Commissione europea «Stiamo verificando i prossimi passi, comunque per adesso non possiamo dire di essere soddisfatti», ha riferito una fonte diplomatica all'agenzia LaPresse.

Oggi dovrebbe esserci un primo passaggio sulla proposta nella riunione degli ambasciatori Ue nel Coreper e poi domani ci sarà una prima discussione tra i ministri al Consiglio straordinario Energia.

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