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Energia, diminuisce il consumo di gas per la guerra. I dati di Gazprom

Gianluca Zapponini
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Primi veri effetti della guerra sulla domanda mondiale di gas. Non è che ci fossero particolari dubbi sull'impatto del conflitto scatenato dalla Russia ai danni dell'Ucraina. Le cifre sono arrivate nientemeno che da Gazprom, il colosso che tiene in scacco, non si sa ancora per quanto, l'Europa dipendente dalle forniture del Cremlino.

Nei primi nove mesi di quest' anno, la domanda mondiale di gas è diminuita di circa 40 miliardi di metri cubi. In questa riduzione, il 75%, pari a 30 miliardi di metri cubi, è la quota imputabile 27 paesi dell'Unione europea. Dunque, il grosso dei flussi, secondo quanto riportato in una nota ufficiale Gazprom, fornendo le prime stime preliminari, è stato fermato dall'Europa, che si conferma primo compratore di gas russo. Il colosso energetico di Mosca ha evidenziato, inoltre, che il consumo di gas sia diminuito anche nel Regno Unito: nel periodo specificato è stato di circa 5 miliardi di metri cubi.

Pertanto «la quota totale dell'Ue e del Regno Unito nella riduzione della domanda globale è quasi del 90%». Scendendo nel dettaglio, nel periodo gennaio-settembre 2022 Gazprom ha prodotto 313,3 miliardi di metri cubi di gas, il 17,1% (64,8 miliardi di metri cubi) in meno rispetto allo scorso anno. Gazprom sottolinea che le esportazioni verso i paesi non Csi ammontano a 86,9 miliardi di metri cubi, il 40,4% (di 58,9 miliardi di metri cubi) in meno rispetto allo stesso periodo del 2021 e afferma di fornire gas «secondo gli ordini confermati. Le esportazioni di gas verso la Cina stanno crescendo attraverso il gasdotto Power of Siberia nell'ambito di un contratto bilaterale a lungo termine tra Gazprom e Cnpc (la compagnia petrolifera cinese, ndr). Le consegne procedono regolarmente oltre le quantità contrattuali giornaliere». Il colosso russo ha poi rassicurato circa lo stop alle perdite di metano nel Baltico, dopo le falle nel Nord Stream 1 che hanno fatto scattare il panico sui mercati energetici, impattando sul prezzo del gas. «La pressione nei gasdotti Nord Stream danneggiati si è stabilizzata. La pressione nella linea A del gasdotto Nord Stream 2 e in entrambe le linee del gasdotto Nord Stream 1 si è stabilizzata dopo le rotture e le fuoriuscite sono cessate». Intanto, avvio di settimana in rialzo per il prezzo del petrolio. Il Wti con consegna a novembre sale del 2,69% a 81,64 dollari mentre il Brent con consegna a dicembre segna un rialzo del 2,58% a 87,34 dollari. I riflettori sono sulla riunione del 5 ottobre dell'Opec+ che in quella circostanza potrebbe decidere di tagliare la produzione.

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