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Il prezzo del biglietto aereo schizza alle stelle. “Supplemento carburante”, la sorpresa prima del volo

Domenico Alcamo
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La parolina magica è “supplemento vettore”, e segna il ricasco sul consumatore finale dell’aumento del prezzo del cherosene. Così, ecco che il biglietto aereo aumenta. I conti li ha messi nero su bianco il Corriere della Sera. Ecco un esempio: “diciotto euro di tariffa base per volare da Milano (Malpensa) a Miami via Istanbul. Altri 1,5 euro per tornare nel capoluogo lombardo, dieci giorni dopo, via Turchia. Più 103,26 euro complessivi tra tasse, addizionali comunali, spese per la sicurezza. E ben 478 euro di supplemento carburante, per gli stessi voli, pari a quasi l’80% dell’intero biglietto messo in vendita da Turkish Airlines. Un record”. Dunque, una vera e propria stangata, su cui peraltro grava anche una certa “retroattività”.

 

 

Sempre il quotidiano di Via Solferino spiega che “le aviolinee hanno bussato alla porta dei tour operator, delle agenzie dei viaggi e inviato e-mail ai gruppi prenotati per chiedere loro di integrare il prezzo del biglietto con altri 100-150 euro a passeggero, tenuto conto del rialzo del costo del cherosene”. Dunque, anche chi ha prenotato il biglietto mesi fa, comunque è penalizzato. Peraltro, secondo alcune simulazioni svolte dal quotidiano, il supplemento carburante sul totale del biglietto si aggira tra “il 30 e il 40%, con punte di oltre il 70% su alcune destinazioni specifiche”. La ragione? “In generale, il cherosene pesa per il 25-30% dei costi operativi complessivi sostenuti dalle compagnie”. Dunque, un altro fattore, oltre all’inflazione, a rovinare questo anno difficile per gli italiani. E non solo.

 

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