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Visco avverte: inflazione alta per tutto l'anno. Poi calerà. Per i lavoratori meglio aumenti una tantum in busta

Le Considerazioni finali del Governatore della Banca d'Italia

Filippo Caleri
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Il governatore della Banca d'Italia, Ignazio Visco, si felicita di vedere tanta gente nella platea di Palazzo Koch prima di leggere le sue Considerazioni finali. Dopo anni di pandemia è il primo segnale di ottimismo in occasione della lettura del documento più atteso dalla comunità finanziaria e politica italiana e internazionale. La normalità sarà però, secondo Visco quando non ci saranno più mascherine. Per Visco però la guerra come il virus sta portando effetti deleteri nell'economia. In particolare per i prezzi.  Inutile farsi illusioni. L'inflazione resterà a livelli elevati quest'anno a livello globale per poi calare nel 2023. 

"L'inflazione, che in tutte le economie ha in larga parte riflesso i rialzi dei corsi delle materie prime - ha spiegato Visco - rimarrebbe elevata, per poi calare nel 2023. Questo scenario si basa su ipotesi relativamente favorevoli riguardo ai prezzi e alla disponibilità di beni energetici e alimentari, ipotesi che dipendono strettamente dagli sviluppi del conflitto in Ucraina e dalle conseguenti sanzioni nei confronti della Russia". Così per il numero uno di Bankitalia "non è trascurabile il rischio che il rallentamento dell'attività, anche per l'evoluzione ancora incerta della pandemia, risulti più marcato". Insomma i prezzi delle materie prime saranno ancora alti a lungo e scaricherà la sua forza distruttiva sui salari e sul potere d'acquisto.

 

"L'aumento dei prezzi delle materie prime importate è una tassa ineludibile per il Paese" ha ribadito Visco che confida nell'azione della politica di governo per attenuare l'impatto sulle famiglie più deboli.  "L'azione pubblica può redistribuirne gli effetti tra famiglie, fattori di produzione, generazioni presenti e future, non può annullare l'impatto d'insieme", ha aggiunto, "per quanto riguarda le famiglie, gli interventi calibrati in funzione della loro condizione economica complessiva anziché dei redditi individuali risultano più efficaci nel contrastare le ripercussioni dell'inflazione sulla disuguaglianza". L'inflazione a medio termine rientrerà almeno per ora questa è la tendenza indicata dal numero uno di Via Nazionale. Anche perché se continuasse  la corsa del carovita rischia di innescare un circolo vizioso tra prezzi e salari.  Al momento, ha spiegato il numero uno di Palazzo Koch  "le aspettative non si discostano significativamente dal 2 per cento e, a differenza di quanto è  avvenuto negli Stati Uniti, la dinamica delle retribuzioni dell'area è' sinora rimasta moderata, anche se in alcuni paesi sono state avanzate richieste di recuperi retributivi di elevata entità. Se queste si risolvessero in aumenti una tantum delle retribuzioni - ha concluso - il rischio di un avvio di un circolo vizioso tra inflazione e crescita salariale sarebbe ridotto". Dunque sì a bonus temporanee in busta paga. Ma evitare la richiesta di aumenti contrattuali elevati.

 

 

 

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