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Proroga stato d'emergenza, occhio alle mascherine tarocche. L'allarme di Assosistema

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“Il governo sta lavorando sulla proroga dello stato di emergenza fino al 31 gennaio 2021. Occorrerà, però, tenere alta l’attenzione anche su ciò che consegue a questa decisione". A dichiararlo il Presidente della sezione Safety di Assosistema Confindustria*, Claudio Galbiati. Tra le conseguenze "il prorogarsi della possibilità dell’immissione nel mercato italiano di materiale e dispositivi di protezione individuale privi della marcatura CE. Questi prodotti, se non specificatamente approvati, rischiano di non fornire la protezione e funzionalità di un prodotto regolarmente certificato, inoltre si danneggiano i produttori italiani ed europei che attualmente, avendo aumentato fino anche di tre volte la propria produzione, si trovano a concorrere con materiale extra europeo presentato con prezzi improponibili per un prodotto con marcatura CE”.

“Ricordiamo che, come rilevato dal centro studi di Assosistema Confindustria, nel periodo febbraio-maggio 2020 sono stati importati DPI per le vie respiratorie (comprese le mascherine chirurgiche) per un importo pari a euro 1.100.000.000, di cui il 90% di provenienza cinese - continua Galbiati - Nel solo mese di aprile l’incremento percentuale sullo stesso periodo del 2019 è stato del + 3129% (a maggio l’incremento è stato del +2.540%). Se questa misura emergenziale poteva aver un senso nei primi mesi dell’anno, nel pieno della pandemia, alcuni interrogativi scaturiscono invece ora, in assenza di una programmazione o di un semplice piano di approvvigionamento strutturato in materia di Dpi, tale da poter corrispondere ai fabbisogni nazionali per i prossimi mesi, vista la necessità assoluta di dispositivi di protezione”.

“Confidiamo, quindi, che il Governo accolga le diverse interrogazioni parlamentari – conclude Galbiati - che, in questi mesi, hanno richiesto a livello nazionale ed europeo il fermo di tutto il materiale non marcato CE, che non garantisce i margini di sicurezza necessari per la protezione e la sicurezza di chi indossa i DPI. Anche considerando che altri paesi Europei si sono già mossi, in tal senso, prima di noi”.


 

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