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Il documento segreto del governo olandese. Pronta l'eurotruffa all'Italia

La proposta dell'Aja di collegare il Mes a condizioni capestro per chi chiede di accedere al fondo. Così per Roma diventerebbe inaccettabile

Angelo De Mattia
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La telenovela della nuova linea di prestiti del Mes registra una nuova puntata. Ieri, nella giornata in cui la Corte costituzionale tedesca ha dichiarato la legittimità del programma di acquisto di titoli, il «Quantitative Easing» da parte della Bce e, dunque, del ruolo svolto in esso dalla Bundesbank, anche se poi ha dettato la prescrizione della verifica, da parte della stessa Bce, della proporzionalità di tali acquisti ai fini della politica monetaria, è stato reso noto un documento del Governo olandese, in particolare del Ministro delle Finanze, Wopke Hoekstra, che ritiene debba essere posta una serie di condizioni per l'ammissione alla linea di credito in questione: la firma di un memorandum da parte del Paese beneficiario riguardante l'utilizzo del prestito con il vincolo di destinazione, la realizzazione di un'analisi di sostenibilità del debito e la previsione di una durata dei finanziamenti inferiore a quella prevista per i crediti concessi dal fondo «salva Stati», la precedente denominazione del Mes, quindi la disponibilità della linea di credito soltanto per la durata della crisi del coronavirus nonché la necessità che siano seguite «in modo adeguato» le normali procedure per la concessione dei prestiti da parte del Meccanismo. Naturalmente, si tratta delle richieste del Paese o del Ministro, il più ligio osservante della linea miopemente rigoristica dei Paesi cosiddetti frugali e del più allineato alle posizioni tedesche. Non è detto, dunque, che queste richieste si affermino. Tuttavia esse irrompono nel negoziato che si dovrà sviluppare nei prossimi giorni, innanzitutto nell'Eurogruppo, non certo senza conseguenze. Esse concretano tutt'altro che un particolare assetto normativo del Mes privo di condizionalità. Se si aggiungono queste «pretese» alla cosiddetta vigilanza rafforzata che sarebbe dispiegata sul Paese beneficiario del prestito e della quale non sono ancora chiari i confini, si consolida la posizione di coloro che, in Italia, chiedono ferree garanzie sulla completa assenza di condizionalità per aderire all'accordo sul Mes. A questo punto, non solo le richieste olandesi si dimostrano complessivamente inaccettabili, ma, all'opposto, diventa ancor più necessario che si stipuli un accordo intergovernativo per derogare espressamente al Trattato sul Mes e alle altre normative ad esso collegate. La «fonte» della disciplina della progettata linea di finanziamento deve essere esclusivamente tale accordo intergovernativo. Se ciò non è condiviso da altri partner, allora non vi sarà dubbio che in alcuni Paesi permane una riserva mentale la quale finisce poi con il diventare esplicita, in particolare, come nel caso del documento olandese, allorchè si afferma che il nuovo regime del prestito durerà fino a quando durerà la pandemia, con la conseguenza, non esplicitata, ma chiara, che il rimborso del finanziamento finirà con il rientrare nella linea normale del Mes. Ciò determinerà la resurrezione della condizionalità, a cominciare dalla vigilanza sul Paese finanziato che potrà essere effettuata. In definitiva, ritornando a ieri, da un lato, occorrerà riflettere molto accuratamente sulle prerogative, oggi insostenibili, che la Germania si arroga giudicando le norme europee e la loro applicazione, quando competente è, invece, la Corte europea di giustizia; dall'altro, si imporrà una pronta reazione del Governo italiano al documento olandese. Tattiche e temporeggiamenti non sarebbero più ammessi. Ora è necessaria una grande trasparenza nonché una precisa indicazione della linea che il Governo sosterrà su questa materia.

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