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Coronavirus, decreto a maggio? Il governo litiga sui bonus

Gaetano Mineo
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In settima, il premier Giuseppe Conte dovrebbe svelare agli italiani il tanto atteso Decreto legge ex Aprile, stando oramai al calendario. È quanto trapelato ieri dall'apposito vertice di maggioranza in videoconferenza. Un vertice previsto per sabato mattina ma poi rinviato in serata. Per poi ancora rimetterlo in agenda ieri pomeriggio. E finalmente, è andata. D'altronde, i problemi ci sono. E non sono certo economici, perché i soldi non vengono raschiando i barili ministeriali, cosa che potrebbe scatenare liti tra esponenti di governo. Sono soldi che invece vanno, aritmeticamente, a incrementare il debito degli italiani. Parliamo infatti della maxi manovra economica anti Covid da 55 miliardi autorizzata in deficit, per l'appunto, dal Parlamento. E allora? Allora, alla luce del pasticcio del “Cura Italia”, nel decreto ex Aprile ci sono misure da calibrare bene per evitare altri ritardi e ulteriori polemiche. Spinte delle varie anime della maggioranza da contenere e da portare a sintesi. Ma anche l'attesa di un nuovo allentamento delle regole Ue sugli aiuti di Stato per i ristori e gli interventi pubblici diretti sulle imprese. In sostanza, servono azioni di “buon governo”. Oltre a Conte, hanno partecipato al vertice Dario Franceschini (Pd), Alfonso Bonafede (M5s), Roberto Speranza (SI), Teresa Bellanova (IV), il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Riccardo Fraccaro e il vicecapogruppo di Italia Viva Luigi Marattin. “Questo nuovo decreto sta richiedendo un grande impegno da parte dell'intera squadra", ha detto il premier.  In ballo ci sono 55 miliardi di aiuti per lavoratori, imprese, famiglie, sanità e Protezione civile, ma come detto, il governo ancora non riesce a trovare la sintesi. Pare che a dividere sia, tra l'altro, il Reddito di emergenza, con la bozza che è diventata elemento di discordia, perché doveva restare riservata e invece sarebbe emersa l'immagine di un decreto targato M5S. E mentre si litiga, le imprese continuano a essere sul piede di guerra. Chiedono di inserire nel decreto in questione l'azzeramento degli acconti Ires e Irap, ridurre e rimandare il saldo imposte a dicembre 2020, sterilizzare gli ex studi di settore per evitare che lievitino le imposte in caso di un punteggio basso, cancellare l`Iva per alcuni mesi con l'obiettivo di dare un forte shock ai consumi e sospendere gli avvisi fiscali bonari. Richieste messe nero su bianco da Unimpresa che tuona: "Il premier Conte si scusa per il ritardo con cui l`Inps sta erogando i 600 euro per il sostegno alle famiglie e già parla di aumentare le somme a 800 euro”. Unimpresa, in pratica, ha “il fondato timore che l`Inps abbia esaurito i fondi necessari per tutti”. E sottolinea che finora non sono arrivati dal Conte 2 segnali veri di riduzioni fiscali per le aziende "ormai allo stremo”. Sul piede di guerra anche l'opposizione che a tutt'oggi si continua a vedere snobbata dal Conte 2. - "Il governo continua a non confrontarsi con le opposizioni sul nuovo decreto - tuona il senatore FI, Maurizio Gasparri -. Il Presidente della Repubblica ha rivolto numerosi appelli all'unità nazionale ma prenda atto che non c'è nessun confronto. Perché sta zitto? Parli anche il Quirinale ad un governo che calpesta il Parlamento e ignora le regole della democrazia".

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