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Petrolio a prezzo negativo per la prima volta nella storia

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Crollo totale: viene trattato a -1,43 dollari al barile

Alessandro Austini
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Il virus ha disintegrato il prezzo del petrolio, per la prima volta in negativo. Il Wti scambiato a New York perde il 107,83% assestandosi a -1,43 dollari al barile. Mai nella storia dell'oro nero si era visto un crollo così violento nel corso di una sola giornata: il Wti a New York è arrivato sotto quota 5 dollari. Il barile non era mai stato così in basso da oltre 30 anni. Meno marcato il ribasso del Brent che perde circa il 6% a 26,4 dollari. Contrariamente alle attese, però, le Borse hanno tenuto. Milano ha chiuso in parità (+0,05%), Parigi ha guadagnato lo 0,6% e Francoforte lo 0,47%. Evidentemente le attese sull'eurovertice di giovedì tiene le piazze europee ancora prudenti. Resiste anche Wall Street grazie alle performance di Netflix e di tutte le aziende che, in qualche maniera stanno traendo beneficio dal fatto che quasi un miliardo di persone, in tutto il mondo, si trovano in questo momento chiuse a casa. Viceversa, i nuovi crolli dei prezzi del petrolio riaccendono le inquietudini degli investitori sulle prospettive della ripresa economica. Fino a qualche settimana fa era diffusa l'opinione che le economie internazionali avrebbero avuto una rapida caduta e una altrettanto veloce ripresa. La realtà, invece, si sta mostrando molto più complessa.  Le misure restrittive imposte da molte delle maggiori economie in risposta alla pandemia ha determinato lo scenario peggiore mai visto dalla fine degli anni Novanta e forse di sempre notano diversi analisti. A questo si aggiunge la guerra dei prezzi in corso fra Arabia e Russia. È vero che due settimane fa, alla riunione del G20 dei ministri dell'energia era stato siglato un armistizio. I maggiori produttori aveva deciso un taglio di dieci milioni di barili al giorno per tenere i prezzi . Tuttavia i risultati fino a questo momento sono stati inferiori alle attese. Il crollo della domanda, infatti ha reso il taglio troppo leggero e forse bisognerà intervenire ancora. Per le cosiddette petro-economie (cioè quelle basate solo sul greggio), si tratta di una autentica sciagura. Ma a essere preoccupati sono anche i produttori americani di shale oil. Il petrolio ottenuto dalla frantumazione delle rocce, infatti, ha costi di estrazione molto alti. Estrarlo è conveniente solo se le quotazioni internazionali stanno fra 40 e 50 dollari al barile. Sotto questi livelli non conviene nemmeno scavare. Tuttavia, ci sono investimenti giganteschi che devono essere ripagati.

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