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"Patrimoniale distruttiva". Tria smentisce anche la manovra bis

Il ministro dell'Economia ribadisce la linea del Tesoro: sì alla flat tax solo se si mantiene la progressività

Silvia Sfregola
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Il ministro dell'Economia smentisce manovre correttive e patrimoniale. "No, non c'è il rischio - dichiara Giovanni Tria, ospite a "1/2h in più" su Rai3 - e sono personalmente molto contrario a una patrimoniale che in Italia colpirebbe soprattutto il patrimonio immobiliare e avrebbe un impatto distruttivo sulla crescita e i consumi. Il solo parlarne crea incertezza e danno per l'economia, parlarne in modo generico allarma coloro che hanno risparmi, bisogna creare fiducia". Sulla Flat tax il ministro ha aperto alle pressioni della Lega. Nella conferenza stampa conclusiva dei lavori del Fondo monetario internazionale a Washington, con al suo fianco il governatore della Banca d'Italia, Ignazio Visco, il titolare del Mef ha ammesso: "Abbiamo bisogno di una riforma del sistema fiscale soprattutto per allentare il peso sulle famiglie del ceto medio". "Certo, non bisogna perdere di vista la stabilità finanziaria, bisogna trovare un bilanciamento" tra i conti pubblici e la spesa prodotta per misure come reddito di cittadinanza e Quota 100, in ogni caso, ha continuato il titolare del Mef: "Il rispetto del principio costituzionale della progressività fiscale verrà assicurato, dipende dal disegno complessivo della flat tax, in genere si risolve con un sistema di detrazioni e deduzioni". Insomma bisogna far quadrare i conti, ma si può ragionare. Lo stesso Salvini è tornato sul tema sottolineando che "abbassare le tasse e semplificare la vita agli italiani non è un capriccio della Lega, ma un'emergenza per famiglie e imprese, un dovere previsto nel contratto di governo. Se qualcuno rallenta la Flat Tax non danneggia Salvini o la Lega, ma danneggia il governo e l'Italia intera". Per questo ha chiesto a gran voce che la tassa piatta venga inserita "subito, già da quest'anno, gli italiani ci chiedono coraggio!". Se il titolare dell'Interno insiste, il socio di governo fa altrettanto ma sulla sponda opposta. Il ritornello per Di Maio è infatti sempre lo stesso: "La flat tax è nel contratto di governo e io sono uno dei garanti di questo contratto, ma non si può fare per i ricchi, ma per il ceto medio". "Dalle stime di questi giorni sicuramente avanzerà qualche centinaio di milioni di euro dal reddito di cittadinanza perché non arriveremo mai al 100% delle richieste, questi soldi verranno messi nel progetto per gli aiuti alle famiglie che fanno figli sul modello francese" annuncia. L'obiettivo, conferma anche il premier Conte è "alleviare il carico fiscale" ma "questa riforma va attuata per gradi: con la manovra dello scorso dicembre abbiamo realizzato un primo significativo tassello e continueremo a operare in via progressiva investendo le risorse che via via si liberano. Quando andremo a regime, confidiamo che un peso fiscale più leggero possa aiutarci nel contenere le aree di evasione fiscale così che questa riforma possa autofinanziarsi nel tempo". Insomma se le reticenze del ministro Tria sulla flat tax si sono ammorbidite, due su tre a palazzo Chigi puntano ancora a una realizzazione della misura in modo progressivo e per gradi, opzione su cui la Lega ha già espresso la sua contrarietà. Da Washington il titolare del Mef ha confermato un rallentamento della crescita italiana ma "l'idea è che si possa riprendere la crescita nel secondo trimestre". Questo però "dipende dalla Germania e dal quadro globale. Se Italia e Germania rallentano, frena anche l'Europa". Sul debito pubblico italiano però, assicura Tria, nessuna pressione estera: "La preoccupazione per il debito italiano non è stata sollevata in questi giorni. E' chiaro comunque che la preoccupazione esiste ed esiste anche in Italia". Ma nessuna obiezione "rispetto alle nostre previsioni".

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