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La missione della Perrazzelli. Una Banca d'Italia più "rosa"

L'ingresso della manager nel Direttorio cambia le politiche di genere

Filippo Caleri
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Ha una missione già assegnata la nuova vicedirettrice generale della Banca d'Italia, Alessandra Perrazzelli (atterrata nei giorni scorsi dall'esterno a occupare una delle poltrone di comando di Palazzo Koch): cambiare verso alla politica di selezione delle risorse lavorative da portare ai vertici dell'istituzione. Sì, la matematica è impietosa con chi ha gestito le carriere interne negli ultimi anni. Basta andare sul sito di via Nazionale per scoprire come nei ruoli apicali e direttivi ci sia una sproporzione abnorme tra donne e uomini. Il conto è presto fatto: se si considera la somma dei funzionari generali e dei direttori centrali (figure che hanno la responsabilità di Dipartimenti e servizi) si rileva che i dirigenti maschi sono cinquanta mentre le donne manager e cioè con responsabilità elevate sono solamente dieci. Uno su cinque. Non è un bel record considerato che nelle aziende private le politiche per agevolare le carriere femminili sono già in atto da molti anni. E in alcuni settori la quasi parità di genere è stata raggiunta. Non così evidentemente a Palazzo Koch con un risultato molto chiaro. Quando si è presentata l'occasione per sostituire l'unica donna presente nel Direttorio, Valeria Sannucci, le linee di comando più elevate erano sguarnite. L'unico funzionario generale che poteva ambire a sedere sulla poltrona più alta era Ebe Bultrini, a capo del dipartimento informatica. Sui 10 dirigenti di massimo livello nel quale per prassi si pescano i membri del Direttorio solo una è donna. Nessuna ha inoltre un incarico di capo dipartimento, e solo nove hanno il grado di caposervizio. Morale: a Via Nazionale ci sono troppi uomini al comando. Ma ora la musica potrebbe cambiare perché tra quelli che danno le direttive al funzionamento della banca c'è appunto chi non ha mai nascosto la sua battaglia per valorizzare il ruolo delle donne nel mondo del lavoro.  La Perrazzelli è una delle poche donne italiane manager bancarie: dopo 10 anni a Intesa Sanpaolo, è stata a capo delle attività italiane di Barclays. Ed è nella blasonata banca inglese che ha lavorato per aprire sempre di più il settore al talento femminile. Fino al risultato di aver favorito un rinnovamento del comitato di gestione di Barclays Italia composto al 50% da manager donne. Un impegno a favore della parità di genere che ha portato l'avvocatessa, già vicepresidente della A2a a ricoprire per tre anni, dal 2010 al 2013, la presidenza di Valore D, l'associazione di circa 150 aziende italiane e internazionali interessate alla gestione della diversità di genere, il cui target principale è quello di portare più donne in posizioni apicali. Anche se il lavoro bancario è ancora tipicamente maschile, le cose stanno rapidamente cambiando. La presenza della Perrazzelli nel posto più elevato del credito italiano accelera il rinnovamento. Che a questo punto più che un auspicio è una certezza.

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