Cerca
Logo
Cerca
Edicola digitale
+

La Corte dei conti chiede i danni a Standard & Poor's

colosseogmt.JPG

La notizia anticipata dal Financial Times: i giudici contabili vogliono 234 miliardi di euro per il declassamento del 2011: non considerate le ricchezze immateriali dell'Italia. La Corte smentisce: indagine in corso, ma nessuna decisione

  • a
  • a
  • a

L'Italia chiede i danni alle agenzie di rating. O meglio, la Corte dei conti, rilanciando un braccio di ferro che va ormai avanti da anni. Spesso, infatti, i giudizi sul nostro Paese e i successivi declassamenti sono stati criticati perché ritenuti strumentali. Ma ora c'è di più. I magistrati contabili hanno infatti citato Standard & Poor's per 234 miliardi di euro. Nel mirino il declassamento del 2011 che è avvenuto senza considerare le ricchezze immateriali del Paese. La notizia è stata data dall'edizione online del Financial Times da cui si apprende che sono state citate in giudizio anche le agenzie di rating Moody's e Fitch.  Non è la prima azione giudiziari avviata dal nostro Paese. Lo scorso anno il pm di Trani, Michele Ruggiero ha chiesto il rinvio a giudizio di nove tra dirigenti e funzionari di S&P e di Fitch (archiviata la sola posizione di Moody's) per manipolazione del mercato continuata e pluriaggravata in quanto «attraverso artifici a carattere informativo fornivano intenzionalmente ai mercati finanziari un'informazione distorta in merito all'affidabilità creditizia italiana e alle iniziative di rilancio economico adottate dal governo italiano, per disincentivare l'acquisto di titoli del debito pubblico italiano e deprezzarne così il valore». L'udienza preliminare riprenderà il 18 febbraio. La Corte frena. Il procuratore regionale della Corte dei Conti del Lazio Raffaele De Dominicis, parlando con l'Agi, smentisce la notizia diffusa dal Financial Times anche se subito aggiunge: «Esiste un'inchiesta giudiziaria contabile contro le predette agenzie per il declassamento dell'Italia. Indagine che non è ancora approdata a una decisione conclusiva». 

Dai blog