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Al Paese serve una nuova classe di banchieri

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LoStato per erogare servizi ai cittadini impone gabelle. Tasse eccessive strozzano l'economia e impediscono qualsiasi ripresa. Le attività produttive languono e tutti diventano più poveri. Le imposte dirette sono quelle che gravano sulle persone e sulle imprese, quelle indirette riguardano principalmente i consumi. Nel passato si è a lungo discusso sul tassare maggiormente le cose anziché le persone. Nelle promesse elettorali c'è sempre la voce minori tasse che purtroppo sono pesanti perché l'Italia deve ripagare l'enorme debito con l'emissione di BTP. Vanno attratti gli investitori esteri che devono aver fiducia nel nostro paese in grado di rispettare gli impegni. Quanto il Paese è considerato a rischio tanto più aumentano gli spread e quindi il costo del debito. É necessario, e mi trovo d'accordo sulla disamina di Pellegrino Capaldo, su il Sole di domenica scorsa, sul problema tasse. Bisogna iniziare dalle imprese e poi aggiungo, dalle Banche. Se si taglieggia il profitto della impresa già costretta a subire costose forche caudine della burocrazia, viene a mancare il reddito. Le aziende perdono credibilità e capacità di credito. Non assumono, ma licenziano. Quello che ne consegue è lapalissiano. Le banche. Queste non le ama nessuno. Hanno cattiva stampa e sono oggetto di luoghi comuni. L'informatica ha significato molto. La banca ne ha fatto però l'architrave della sua strategia e non lo strumento per una efficiente organizzazione. La banca fece un grave errore quanto eliminò la figura del funzionario. Ora sono tutti quadri, appiattiti, timorosi e sindacalizzati. Esiste ancora la figura del banchiere? Quello che era amico dello imprenditore che decideva di sostenere dopo averne analizzato i progetti? I programmi politici faraonicamente populisti infinocchiano tanti gonzi. Bisogna essere seri, parlare chiaro e iniziare dalle cose concrete. Fiscalità ridotta alle imprese virtuose che reinvestono gli utili. Banche da non penalizzare per gli accantonamenti di eventuali perdite tassate come fossero guadagni. Le banche ritornino a formare i banchieri, iniziando dalla base una volta vicina al cliente valutato direttamente e non attraverso freddi indici.

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