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Rientrano in Fiat a Pomigliano d'Arco i 19 lavoratori iscritti alla Fiom, l'ala dura della Cgil in fabbrica.

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Il gruppo guidato da Marchionne però non ci sta e in una nota mette in evidenza le distorsioni che derivano dall'esecuzione delle decisioni dei giudici. «L'assunzione dei 19 lavoratori garantisce alla Fiom un passaggio in Fabbrica Italia Pomigliano anticipato rispetto a tutti gli altri dipendenti e le dà una posizione di privilegio che non ha alcuna ragionevolezza». «La Fiom - spiega l'azienda guidata da Marchionne - ha inviato la lista dei suoi iscritti da cui selezionare le ulteriori 126 unità da assumere ai sensi della sentenza della Corte d'Appello di Roma del 19 ottobre. Tale lista risulta composta da 109 persone sicuramente iscritte perché hanno richiesto all'azienda di operare la trattenuta della quota sindacale e altre 38 la cui effettiva iscrizione non è accertata, per un totale complessivo di 147 iscritti presunti. L'adempimento della decisione giudiziale determinerà pertanto l'assunzione in Fabbrica Italia Pomigliano del 100% degli iscritti Fiom attualmente in cassa integrazione straordinaria presso Fiat Group Automobiles (o dell'87% nell'ipotesi della effettiva iscrizione delle altre 38 persone). «Queste percentuali - prosegue Fabbrica Italia Pomigliano - risultano molto superiori a quelle di qualsiasi altra organizzazione sindacale e garantiscono agli iscritti alla Fiom un passaggio in Fabbrica Italia Pomigliano anticipato rispetto a tutti gli altri dipendenti in attesa di essere riavviati al lavoro in Fip o in Fiat Group Automobiles: una posizione di privilegio che non ha alcuna ragionevolezza» In ogni caso oggi Fabbrica Italia Pomigliano, «ottemperando all'ordinanza della Corte d'Appello di Roma del 19 ottobre 2012, darà corso all'assunzione dei 19 lavoratori iscritti alla Fiom/Cgil che avevano proposto ricorso presso il Tribunale di Roma per presunta discriminazione». La Fiat spiega che «la procedura di assunzione prevede da parte degli interessati la presentazione delle dimissioni da Fiat Group Automobiles e contestualmente la firma del contratto d'assunzione con l'adesione alle condizioni economiche e normative vigenti nella nostra società». Il Lingotto spiega anche che «l'attuale organico di Pomigliano risulta già sovradimensionato rispetto alle necessità a causa della forte flessione della domanda del mercato italiano ed europeo che comporta un ricorso alla cassa integrazione di 48 giorni nel secondo semestre di quest'anno. Le assunzioni in questione avvengono proprio in un periodo in cui l'attività produttiva dello stabilimento è sospesa». Una situazione non influente per il segretario generale della Fiom, Landini che ha chiesto ancora di più. «Con il rientro dei 19 lavoratori della Fiom-Cgil che hanno presentato il ricorso contro la Fiat, a Pomigliano rientrano la democrazia e la Costituzione» ha affermato il segretario generale Fiom, Landini, ribadendo che l'obiettivo del sindacato è il rientro di tutti i lavoratori rimasti fuori dallo stabilimento con la creazione della newco. L'assunzione è stata accolta con poco entusiasmo dai segretari territoriali di Fim, Uilm e Fismic, sindacati firmatari dell'accordo del 2010 con Fiat, i quali si sono detti «preoccupati per i 19 provvedimenti di mobilità avviati dall'azienda». «Ci sembra del tutto normale che la Fip abbia eseguito ciò che la sentenza della Corte d'Appello gli imponeva - ha spiegato Giovanni Sgambati, segretario generale regionale della Uilm - ma purtroppo resta sul tappeto la procedura di mobilità, e al momento sembra che da parte dell'azienda non ci sia alcun ripensamento. Purtroppo in materia di lavoro, come dimostra anche la vicenda di Taranto, non sempre la magistratura sa distinguere tra i diritti individuali e quelli al lavoro». Sulla stessa linea Felice Mercogliano, segretario generale campano della Fismic, il quale ha sottolineato che i posti di lavoro «si creano con il mercato non con le sentenze di tribunale», e che «oggi (ieri ndr) è stata rispettata una sentenza, che non condivido anche se la rispetto». Il segretario provinciale della Fim, Michele Liberti, infine, ha affermato che il tavolo di confronto sulla mobilità «è ancora aperto», e che le assunzioni sono il frutto dell'esecuzione «della sentenza di Roma». Intanto il titolo Fiat in Borsa ha perso lo 0,75%, mentre Fiat Industrial ha guadagnato lo 0,06%. Fil. Cal.

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